di Nicola D’Adamo
VASTO – La Trignina, o meglio la Statale 650 di Fondo Valle Trigno, è tristemente nota per i suoi numerosi incidenti, alcuni dei quali estremamente gravi.
Non abbiamo statistiche fra le mani, ma possiamo affermare con certezza che siamo stufi di riferire di morti e feriti su tale importante arteria. Soprattutto siamo stufi di pubblicare ad ogni tragedia allarmanti comunicati del responsabile istituzionale di turno, senza che poi avvenga nulla.
Il problema è che l’arteria viene usata come strada a “scorrimento veloce”, mentre in realtà è una semplice strada statale ad una corsia per senso di marcia (eccetto in alcuni tratti in pendenza, dove il tratto in salita è raddoppiato). Ed è una strada molto utilizzata perché con i suoi 78 chilometri collega Isernia a San Salvo Marina e agevola il traffico Tirreno-Adriatico.
Sulla sua utilità quindi non c’è nessun dubbio, il problema è come renderla più sicura.
Ad aprile scorso, dopo l’ennesimo incidente, una delegazione di sindaci e amministratori della vallata del Trigno ha avuto un incontro con Matteo Salvini a Roma presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per chiedere un intervento urgente per la trafficata arteria.
Nell’occasione il ministro rassicurò gli amministratori locali sulla messa in sicurezza e sul raddoppio della Trignina. In particolare ha espresso il proposito di inserire nel prossimo contratto di programma, che verrà sottoscritto tra il Ministero delle Infrastrutture e l’Anas, la previsione del raddoppio di almeno di una prima metà dei circa 80 chilometri di tracciato, così come richiesto, impegno condizionato da un progetto di fattibilità e dalle risorse finanziarie che verranno messe a disposizione dall’attuale governo.
Traduzione: i tempi sono molto lunghi perché bisogna vedere se si può prevedere il raddoppio, se il progetto è “fattibile”, se ci sono i soldi. Bisogna anche aggiungere che è difficile pensare a un raddoppio del tratto più interno: ponti e gallerie scoraggiano l’intervento.
In verità la richiesta del raddoppio della prima metà da San Salvo verso l’interno è sul campo da anni tanto che il Comitato “Pro Trignina” nel 2018 così scriveva: “questa strada ha bisogno di un intervento strutturale di raddoppio almeno per il tratto che da San Salvo arriva a Salcito”.
E aggiungeva : “Quello che chiediamo in buona sostanza un intervento sistemico che rende la carreggiata con doppia corsia per ogni senso di marcia tanto da diventare la stessa una Strada Statale principale di categoria B (strada extraurbana principale (tipo B): strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due corsie di marcia e banchina pavimentata a destra, priva di intersezioni a raso”, “deve essere attrezzata con apposite aree di servizio, che comprendano spazi per la sosta, con accessi dotati di corsie di decelerazione e di accelerazione. Per poter fare questo dobbiamo essere uniti tutti, il territorio della Vallata, noi automobilisti, le forze politiche cerchiamo di non rendere vana ed inutile quest’altra morte”.
Ma in questi anni i comunicati e gli articoli sulla Trignina sono stati migliaia. I morti tanti. Ora siamo già in campagna elettorale per le regionali 2024 e per le europee e sicuramente l’argomento sarà oggetto di dibattito politico. Speriamo che alle promesse elettorali facciano seguito i fatti. La questione è molto seria.
in tutti i tratti dove si son verificati più di 1 incidente al mese, negli ultimi 10 anni, basterebbe mettere un guard rail centrale, per evitare il sorpasso. poca spesa massima resa.
cosi’ il Fernando Alonso di turno alleggerisce il piede
Troppi conoscono solo l’acceleratore non i freni, tuttalpiu’ azionano il clacson. Imbecilli.
Se l’ha detto Salvini che la Trignina sara’ resa piu’ sicura non possiamo non credergli, ci vorra’ solo molta ma molta pazienza, prima il ponte di Messina.