VASTO – Per questa 26esima domenica del Tempo Ordinario/A, il Vangelo di Matteo ci consegna Gesù che si interfaccia con pubblicani e farisei. «In verità io vi dico – leggiamo -: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto».
Gesù è «nel tempio a insegnare» e ha una discussione con «capi dei sacerdoti e anziani», che davanti a tutti lo hanno interrogato sull’origine della sua autorità; il Maestro, invece di rispondere, conoscendo le loro vere intenzioni ha chiesto da dove provenisse il battesimo di Giovanni ed essi, «per paura della folla», hanno detto di non saperlo (cfr. Matteo 21,23-27). È evidente la cattiva fede degli interlocutori, che si sentono superiori a tutti e forti di un diritto ereditario: a loro interessa solo conservare i propri privilegi e mettere Gesù in cattiva luce, non vogliono conoscere la Verità del Cristo e convertirsi a Dio attraverso il pentimento sincero.
Chi si sente perfetto ritiene di non aver nulla di cui chiedere perdono: solo un cuore pentito permette di comportarsi come il primo figlio della parabola, che fin dall’inizio si rivolge al padre con onestà: «Non ho voglia»! Fare ciò che il Signore ci chiede può essere faticoso: perché dovremmo dare la vita per quelli che ci sono affidati, che spesso sono ingrati, infedeli, ingiusti verso di noi? Ma se sappiamo convertirci potremo sospendere il giudizio sugli altri, aprirci all’amore vero e alla misericordia, «correre avanti» sulla via del Bene.