VASTO – Il mondo del calcio giovanile è un terreno fertile per la formazione di nuovi talenti e l’allenatore della PGS Vigor Don Bosco U15, Fiorenzo D’Ainzara, ne è un esperto navigato. Ai microfoni di Zonalocale, l’ex calciatore dell’Ascoli ha condiviso la sua visione sulla stagione che sta per partire e il ruolo cruciale che svolge nel plasmare i calciatori di domani.
Lavorare con giovani in età preadolescenziale è una sfida unica, poiché si trovano in una fase di transizione tra l’infanzia e l’adolescenza. D’Ainzara riconosce questa complessità e si sforza di trovare il modo giusto di comunicare con loro. «Non sono più bambini e non sono ancora ragazzi», spiega. «Trovare il termine giusto per definirli è difficile, poiché qualcuno li chiama ragazzini e loro possono offendersi».
Uno degli aspetti centrali del metodo di allenamento di D’Ainzara è la tecnica. «Non deve mai mancare», afferma con convinzione. «I miei allenamenti sono basati principalmente sul lavoro con il pallone, che è lo strumento principale per formare giocatori completi».
L’allenatore strizza l’occhio all’accordo raggiunto tra PGS Vigor Don Bosco, Vastese e Virtus Vasto. «Ho sempre creduto all’unione di più società del territorio.Sembra che questa collaborazione sia partita», afferma, «quindi ci sono margini di miglioramento per la crescita del ragazzo. Il calciatore è il mestiere più bello».
Infine, condivide la sua storia personale e di come diventò un calciatore di Serie A. «Trovare un Fiorenzo D’Ainzara non è semplice», ammette. L’opportunità può presentarsi quando meno te lo aspetti. «Nel mio caso, l’Ascoli era retrocesso da due mesi. Chiamarono i ragazzi più promettenti per farli esordire e mi andò bene». Ma il suo consiglio ai giovani talenti è chiaro: avere rispetto per i compagni e crescere nel modo migliore possibile.