ROMA – «Ben venga il via libera in commissione Affari costituzionali della Camera all’emendamento che inasprisce le pene per chi cattura o uccide gli orsi marsicani. Si tratta – commenta Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente – di un primo passo importante per evitare che quanto accaduto all’orsa Amarena, uccisa a fucilate a fine agosto in Abruzzo, possa verificarsi di nuovo, anche se il valore ecosistemico di un orso a rischio estinzione è ben maggiore di quello previsto dalla nuova ammenda».
L’emendamento al decreto legge Giustizia prevede una reclusione fino a 2 anni e 10mila euro di ammenda per chi uccide gli orsi.
«L’orso bruno marsicano – ha sottolineato Nicoletti – è una specie a rischio estinzione che va tutelato e protetto attraverso una serie di interventi normativi, territoriali e un rafforzamento delle politiche gestionali non più rimandabili. Per questo la nostra associazione insieme a tante altre realtà a settembre, in occasione della manifestazione in ricordo dell’orsa Amarena, ha ribadito l’urgenza di un inasprimento delle pene per coloro che si macchiano di reati contro gli animali, e più in generale contro lo straordinario patrimonio naturale del nostro Paese. Per queste ragioni è fondamentale che siano introdotti al più presto nel Codice penale i delitti contro la fauna e che l’Italia affronti una delle grandi sfide di oggi, ossia il miglioramento della coesistenza tra comunità locali e fauna selvatica».
«Per far sì che si arrivi ad una corretta coesistenza tra uomo e animali selvatici – ha concluso Nicoletti – serve un nuovo patto di collaborazione tra parchi e comunità locali, da cui è indispensabile ripartire con obiettivi chiari e condivisi. Legambiente si costituirà parte civile contro il responsabile dell’uccisione dell’orsa Amarena».