ROMA – Allestita a Palazzo Madama la Camera ardente per omaggiare Giorgio Napolitano. Saranno celebrati i funerali di Stato, in forma laica, e proclamato il lutto nazionale. Nel provvedimento a firma del sottosegretario di Stato, Alfredo Mantovano, si legge che «si dispone dal 22 settembre 2023 fino al giorno della celebrazione delle esequie di Stato, l’esposizione a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero. Il giorno delle celebrazioni delle esequie di Stato sarà dichiarato lutto nazionale».
«Esprimiamo il nostro cordoglio per la morte del presidente emerito, Giorgio Napolitano, ricordando la sua straordinaria vicinanza durante il sisma dell’Aquila». Lo ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale d’Abruzzo, Massimo Verrecchia.
«Con la scomparsa di Napolitano l’Italia perde un pezzo importante di storia politica italiana della seconda metà del Novecento: un uomo delle istituzioni che, durante la sua vita, ha ricoperto il ruolo di parlamentare europeo, ministro dell’Interno, presidente della Camera e primo presidente della Repubblica a essere eletto per due mandati». Queste le parole di Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Azione.
«La giuria, il comitato organizzatore del Premio Croce di Pescasseroli, l’amministrazione comunale esprimono il proprio dolore e il cordoglio alla famiglia per la scomparsa di Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica Italiana. Napolitano è stato, nell’aprile del 2006, il primo vincitore del Premio Croce per la saggistica, con il volume “Dal Pci al socialismo europeo”, edito da Laterza, una biografia politica e culturale di un protagonista della vita pubblica del paese. La particolarità sta nel fatto che, venti giorni dopo la vittoria nel Premio, Napolitano divenne presidente della Repubblica. La sua elezione la sentimmo un poco nostra, beneaugurante per il futuro della nostra iniziativa culturale. Tutti noi, che lavoriamo oggi, quasi venti anni dopo, alla crescita e lo sviluppo del Premio Croce, ci inchiniamo deferenti alla memoria di un protagonista della sinistra, ma soprattutto a un grande italiano». È il commento di Pasquale D’Alberto, uno degli organizzatori del premio Croce.