VASTO – Una delle caratteristiche che affligge il settore turistico è la sua stagionalità, ovvero la concentrazione di vacanzieri e visitatori in un periodo che va dalla metà di giugno ai primi giorni di settembre. La sfida, al contrario, è destagionalizzare, ovverosia riorganizzare le attività turistiche su periodi diversi o più lunghi, costruendo un’offerta che attiri con altre motivazioni e proposte, attraverso la promozione di eventi culturali, sportivi o enogastronomici, oppure tramite la valorizzazione dei borghi dell’entroterra e le aree montane, facilmente e rapidamente raggiungibili dalla nostra costa, e i parchi nazionali, insomma, si tratta di ideare e promuovere pacchetti turistici tematici.
Dal punto di vista balneare, sarebbe già tanto infrangere le barriere del solito trimestre, prendendo in considerazione anche i mesi adiacenti alla classica stagione, cioè maggio ed ottobre, laddove il lido, qualora non potesse garantire la tipica giornata di mare per via del clima un po’ avverso, avrebbe comunque altre offerte da offrire al cliente.
Parlare di destagionalizzazione vuol dire prendere in considerazione anche l’impatto ambientale legato alla concentrazione di turisti durante la stagione alta. Al contrario si andrebbe a svolgere un’azione mitigatrice, distribuendo i flussi turistici in modo più uniforme durante l’anno. Ciò può portare a una migliore gestione delle risorse naturali, una riduzione del sovraffollamento nelle destinazioni e una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale.
La destagionalizzazione del turismo estivo non solo contribuisce alla sostenibilità ambientale, ma anche alla sostenibilità economica delle destinazioni turistiche. Riducendo la dipendenza da una sola stagione, le comunità locali possono godere di flussi di entrate più stabili durante tutto l’anno. Ciò può portare a una crescita economica più sostenibile, creando nuove opportunità di lavoro per i residenti locali.
Realizzare tutto questo significa anche investire nella promozione e nel marketing, senza dimenticare che una buona pubblicità viene fuori anche dall’investimento e dall’innovazione per quanto riguarda strutture, infrastrutture, aree verdi e servizi necessari per accogliere i visitatori durante tutto l’anno.
L’inversione di marcia diventa possibile solo nel momento in cui politica ed esercenti vari decidono di creare un tavolo di lavoro che permetta di discutere le varie proposte e iniziare a dare ad esse una certa forma, anche con un briciolo di intraprendenza.
Manca uno studio approfondito quantitativo e qualitativo dei non residenti che frequentano Vasto una tantum, annualmente o periodicamente. Il turista che ci viene una volta ed alloggia in hotel, il vastese espatriato che torna nella casa familiare quando ha le ferie, il forestiero che ha comprato una seconda casa, la persona di origini vastesi che ha ereditato una casa, il viaggiatore che di passaggio sosta a Vasto… Sono profili diversi, ma che spendono per ristoranti, lidi, bancarelle, bar….
Manca un’offerta differenziata per target. Uno studio marketing serio sarebbe benefico.
Se si pensa che la destagionalizzazione abbassi il numero dei turisti estivi temo che si prenda un granchio. E non é il fine ricercato da chi applica questa strategia che invece vuole garantire sempre un flusso di clienti non residenti.