PESCARA – Nelle settimane scorse si è posto ancora una volta l’attenzione sulla mobilità sostenibile soffermandosi in particolare sulle criticità che attengono il trasporto ferroviario in Abruzzo, a cominciare dalla carenza di fermate per i treni a lunga percorrenza.
Aurelio Di Eugenio, segretario regionale Filt Abruzzo Molise e Giovanni Carafa, responsabile Attività ferroviarie Filt Abruzzo, fanno sapere in una nota che tra Abruzzo e Marche la differenza è abissale. «Questa è una criticità – scrivono – con la quale l’Abruzzo convive tristemente da svariati anni ed è particolarmente rilevante nel momento in cui ci si raffronta con regioni similari, limitrofe e confinanti come nel caso delle vicine Marche».
1) «Giulianova/San Benedetto del Tronto – Per fare un primo esempio – sottolineano – esplicito è sufficiente mettere a confronto le città di Giulianova e San Benedetto del Tronto ovvero due località turistiche le cui stazioni ferroviarie distano tra di loro poco più di 30 km. Ebbene a Giulianova transitano oggi e sostano appena 4 treni a lunga percorrenza e che peraltro diventeranno solo 2 con l’entrata in vigore dell’orario invernale prevista per il prossimo 10 dicembre. Un trattamento assai diverso rispetto alla vicina città marchigiana dove invece persistono ben 12 fermate giornaliere. E tutto ciò accade senza che vi siano apparenti motivazioni e giustificazioni oggettive sia in termini di densità abitativa (la provincia di Teramo ha una popolazione superiore a quella della provincia di Ascoli Piceno) che in termini di attrazione turistica (statisticamente ad Ascoli Piceno può contare su 2 milioni circa di presenze turistiche annue contro gli oltre 3 milioni di Teramo».
2) «Pescara/Ancona – Un altro esempio – prosegue la nota – attiene la stazione di Pescara centrale dove attualmente si fermano 22 treni a lunga percorrenza contro i 26 di Ancona, facendo emergere anche in questa circostanza una penalizzazione verso la regione Abruzzo».
3) «Abruzzo/Marche – E volendo allargare il ragionamento e l’analisi su scala regionale, – continuano Di Eugenio e Carafa – emerge che pur in presenza di una sostanziale equità che attiene sia la densità di popolazione (seppur con un modesto vantaggio marchigiano) che il numero complessivo di fruitori dei servizi ferroviari sia in Abruzzo che nelle Marche, le fermate in Abruzzo dei treni a lunga percorrenza (Frecciarossa ed Intercity) sono appena 28 contro i ben 66 che vengono assicurate nelle stazioni ferroviarie marchigiane».
«Questa situazione di iniquità ingiustificabile e, per certi versi, inaccettabile, – aggiungono – crea un’indubbia penalizzazione ai cittadini abruzzesi soprattutto per raggiungere la destinazione di Bologna che rappresenta l’hub più vicino per collegarsi alla rete di alta velocità ferroviaria. Viceversa i cittadini marchigiani oltre ai treni a lunga percorrenza possono raggiungere più facilmente e direttamente l’hub di Bologna utilizzando anche con tempi ragionevoli di percorrenza gli stessi treni regionali. Le responsabilità di questa iniqua offerta ferroviaria sono da imputare a Trenitalia e soprattutto alla classe politica regionale che si è sempre considerata estranea all’argomento e non ha mai saputo pretendere una equa e corretta offerta ferroviaria alla pari delle regioni similari. Speriamo – concludono – che in fase di proroga del Contratto di servizio con Trenitalia, la classe politica ponga come richiesta anche una migliore offerta commerciale dei treni a lunga percorrenza e che Trenitalia accetti colmando un gap regionale ormai inaccettabile».
Politici abruzzesi:chi sono, dove sono?