ROMA – Si conclude oggi, senza esito, la protesta dell’Associazione Esodati Superbonus 110, avviata lunedì mattina davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze a Roma, «per scongiurare – come ci dichiarava Carlo Boschetti, portavoce locale del movimento – che a fine mese 245 imprese circa falliscano, qualora non dovessero percepire il credito dovuto al Superbonus e, di conseguenza, circa 400mila operai e dipendenti del settore edile si ritrovino senza lavoro».
L’associazione, di fronte alle mancate risposte del Governo, continua ad affermare con forza che «i Superbonus edilizi 110 e la cessione dei crediti fiscali sono una legge dello Stato – e aggiungono –. Chiediamo che vengano fatti funzionare: senza cessione dei crediti i cantieri sono bloccati, le famiglie sul lastrico senza casa, le imprese al fallimento e lavoratori edili disoccupati. Bisogna intervenire subito sulla riorganizzazione delle cessioni, perché non si riescono a scaricare i crediti fiscali andati a maturazione nel 2022 e precedenti».
In pratica la scadenza per cedere i crediti del 2022 è il 30 novembre. Senza cessione le quattro annualità andranno perse e le spese potranno solo essere portate in detrazione su 10 annualità a partire dal 2024, con un anno di ritardo, tuttavia ciò comporta che molti non avranno la liquidità per proseguire i lavori, mentre pochissimi potrebbero avere una qualche capienza fiscale per poter recuperare il credito, ad ogni modo, nella maggioranza dei casi ci si troverà di fronte ad una bomba sociale.






