VASTO – Riceviamo e pubblichiamo da un lettore, Domenico Venditti, da 25 anni assistente capo coordinatore di polizia penitenziaria alla Casa Lavoro di Vasto, in merito alla questione “carceri italiane”, per la quale è stato indetto dalle sigle sindacali abruzzesi del comparto un sit-in di protesta proprio a Vasto lunedì 18 settembre.
«Buongiorno, al fine di far conoscere all’opinione pubblica e agli organi preposti la situazione reale delle carceri italiane e nello specifico quella della Casa Lavoro di Vasto, bisogna capire che la soluzione dei problemi deve partire dall’alto. Ci deve essere un cambiamento radicale, una specie di nuova riforma penitenziaria e nuove norme con più tutela e diritti per i poliziotti penitenziari».
«Il primo grande problema delle carceri non è la carenza di unità, anche se rilevante anch’esso, ma è la gestione del personale e l’organizzazione del servizio. Comandanti e direttori ci piazzano le tende negli istituti, restando fino alla quiescenza. Di conseguenza inevitabilmente si creano conflitti d’interesse. Favoritismi, abusi e soprusi sono all’ordine del giorno negli istituti penitenziari, tutto a discapito di una parte del personale che tace e subisce, spesso molte volte concausa di gravi tragedie».
«Queste nuove norme devono stabilire il tempo massimo dei commissari e direttori che devono restare al comando dell’istituto. Le carceri sono delle masserie senza padroni: chi comanda fa il bello e il cattivo tempo. Anche gli organi superiori che dovrebbero vigilare e intervenire sono anch’essi tutti collusi col sistema e fanno orecchie da mercante. Se si è giunti a tanto, dobbiamo ringraziare soprattutto i sindacati, i primi distruttori delle carceri, tutti collusi per i loro interessi personali con la classe dirigente. Cordiali saluti».