VASTO – Ancora numerosi messaggi pervenuti dal mondo civile, politico, sindacale e religioso per l’evento di rilievo nazionale che ieri ha scosso la comunità abruzzese. Tre giovani vite spezzate, tre famiglie in lutto che hanno visto i propri cari uscire la mattina per andare a lavoro e rivederli esanimi per il riconoscimento legale. Oggi è un altro giorno, importante anche per l’udienza preliminare al tribunale di Vasto per l’altro incidente che ha colpito la stessa azienda nell’inverno 2020. Se ancora nel 2023 lavorare vuol dire morire, bisogna accelerare il cambio di rotta.
«È con grande tristezza ma con pieno senso del dovere che sono intervenuto, questa mattina in Aula, per ricordare la strage di Casalbordino, in Abruzzo, dove ieri hanno perso la vita 3 lavoratori, rivolgendo un sentito pensiero ai loro famigliari. Con l’occasione ho voluto rimarcare come il dato drammatico relativo ai decessi sui luoghi di lavoro non sia più tollerabile e soprattutto di come sia necessario ed urgente incentivare la cultura della sicurezza e della prevenzione, partendo da una mirata ed efficace formazione nelle scuole. Ritengo, altresì, indispensabile che vengano inasprite le pene e le sanzioni nei confronti di chi non rispetta le norme sulla sicurezza. Auspico che questa legislatura lavori ancor più incessantemente per distinguersi anche in questo campo con politiche specifiche atte a mitigare morti e infortuni sul lavoro». Così il deputato abruzzese di Fratelli d’Italia, Guerino Testa.
«Oggi pomeriggio in Senato, la discussione riguardo alla mozione concernente le morti sul lavoro, per assurda coincidenza, si è incentrata sul nuovo ennesimo tragico incidente appena avvenuto, a Casalbordino presso l’azienda “Esplodenti Sabino”. In questo momento di tristezza e dolore, i nostri pensieri sono rivolti alle vittime, alle loro famiglie, e ai loro affetti. Questo evento profondamente doloroso, ci porta a riflettere sulla cultura della sicurezza del lavoro e a renderla prioritaria rispetto alla realtà produttiva e occupazionale». Lo ha scritto il circolo, il gruppo consiliare e il segretario cittadino di Fratelli d’Italia di Vasto.
«È per me motivo di profondo dolore dover intervenire su un incidente sul lavoro di inaudita gravità, accaduto nello stabilimento di Casalbordino della ditta Esplodenti Sabino, a causa del quale hanno perso la vita tre operai: Giulio Romano, 56 anni di Casalbordino, Fernando Di Nella, 50 anni di Lanciano, e Gianluca De Santis 40 anni, di Palata, sposato e padre di due figli. L’incidente del 21 dicembre 2020 aveva provocato ugualmente tre vittime. Viene a confermarsi che il trattamento delle polveri esplosive è ad alto rischio e in Abruzzo continua a produrre morte e dolore. Una riflessione seria è doverosa e necessaria da parte di tutti gli enti che hanno responsabilità e compiti nella filiera e richiede da chi ha ruoli politici che la sicurezza sul lavoro sia assicurata e garantita al massimo per tutti. Più che mai urgente è garantire l’efficacia delle politiche di prevenzione dei rischi. Sono vicino alle famiglie delle vittime e prego per loro e i loro cari che hanno perso la vita e chiedo che nella preghiera dei fedeli delle celebrazioni eucaristiche nelle nostre comunità se ne faccia ricordo per invocare luce dall’alto e sollecitare adeguate misure». Lo ha dichiarato monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto.
«Siamo vicini alle famiglie dei 3 lavoratori e chiediamo che si faccia rapidamente luce sulla dinamica di questa terribile sciagura, che colpisce tutti noi. Dall’inizio dell’anno stiamo registrando in Abruzzo una pericolosa impennata degli incidenti, con troppi casi mortali. È ora di dire basta alle tragedie sul lavoro e dobbiamo fare un ulteriore sforzo sul fronte della sicurezza, per garantire e tutelare i lavoratori. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha denunciato che non stiamo facendo abbastanza per evitare morti sul lavoro: servono più controlli, ispettori, informazione e formazione, investimenti nella prevenzione. È un’emergenza sociale del Paese e dell’Abruzzo a cui, responsabilmente, dobbiamo dare risposte alle famiglie perché “lavorare non è morire” e le vittime di ieri ci dimostrano che il problema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non è solo una questione legislativa ma culturale ed economica». Lo ha scritto Giovanni Notaro, segretario generale della CISL AbruzzoMolise.
«Davanti a questa ennesima tragedia che ha coinvolto i lavoratori della Sabino Esplodenti dopo quella del dicembre 2020, dopo i tanti esposti e osservazioni da noi depositati e al di là di tutte le indagini che disporrà la magistratura e delle relative eventuali responsabilità che dovessero emergere, ci viene spontaneo intanto riproporre quelle domande che in questi anni avevamo – inutilmente – posto agli enti che dovrebbero valutare e controllare il corretto funzionamento degli impianti a rischio di incidente rilevante. In primis, al comitato Valutazione di impatto ambientale regionale che con una decisione a nostro avviso sconcertante ritenne nel 2021 – per un impianto dove c’erano appena stati tre morti e con un indagine in corso per scorretta gestione dei rifiuti – di escluderlo dalla più approfondita procedura di Via fermandosi al mero screening preliminare e una nota della stessa Provincia di Chieti in cui si affermava che “non emerge un’indagine di qualità ambientale che evidenzi la compatibilità dell’attività con lo stato del suolo, sottosuolo e acque sotterranee“, senza considerare che la direttiva Seveso proprio sugli incidenti rilevanti impone per legge che devono essere integrati nella procedura di Via. Valutazioni e domande rimaste senza puntuale risposta e che oggi riproponiamo. Non sappiamo come e se sono state approfondite in sede di indagini da parte della Procura di Vasto. Alla Prefettura di Chieti e al Comune di Casalbordino vorremmo chiedere qualche notizia sul Piano di Emergenza Esterno, documento centrale nella gestione dei rischi in caso di incidente. È talmente importante che deve essere predisposto dalla Prefettura di Chieti con la partecipazione obbligatoria dei cittadini e aggiornato ogni tre anni per legge. Ovviamente una volta approvato deve avere massima diffusione. Esiste? Attendiamo risposte, possibilmente con documenti e link. Esprimiamo il nostro più profondo cordoglio per quanto avvenuto», dalla Stazione ornitologica abruzzese e H2O Abruzzo.
«Il mio pensiero è di cordoglio e di vicinanza alle famiglie di Giulio Romano, Fernando Di Nella e Gianluca De Santis. Ancora una volta siamo a piangere tre operai che ieri sera non sono tornati a casa a causa di un incidente sul lavoro. Sono profondamente addolorata per la morte dei tre operai della Sabino Esplodenti che torna tristamente a occupare le prime pagine della cronaca a distanza di poco meno di tre anni da quel 21 dicembre del 2020. L’inchiesta della magistratura farà il suo rigoroso e doveroso percorso per stabilire le cause. Resta la constatazione della pericolosità dell’attività svolta e che il rischio è sempre così alto nonostante le rassicurazioni sulla correttezza delle procedure nelle lavorazioni». Lo ha detto Tiziana Magnacca, presidente del Consiglio comunale di San Salvo.
«Nei giorni del commento sui dati sugli infortuni sul lavoro ci troviamo a piangere la morte di altri tre lavoratori. Quella di Casalbordino è una ferita che si riapre a tre anni dall’ultima tragedia avvenuta sempre alla Esplodenti Sabino. È tempo di smetterla di parlare di sicurezza sui luoghi di lavoro ripetendo dichiarazioni vuote, basta con gli slogan e cambiamo davvero le cose. E per favore, non chiamatele più morti bianche, perché sono rosse di sangue e dietro ognuna di esse ci sono sempre delle responsabilità. Saranno ovviamente le indagini ad accertarle ma per la politica e le istituzioni è arrivato il momento di agire: le parole non hanno più senso. Esistono gli errori umani, come umani però sono anche tutti quelli che fanno finta di non sapere. In ogni luogo di lavoro si stabilisca numero minimo di addetti e numero minimo di ore per realizzare quella determinata lavorazione nel pieno rispetto della sicurezza; si stabilisca la possibilità di fermare la lavorazione da parte di chiunque, compreso l’ultimo degli operai con apposite modalità, se si ravvisa il mancato rispetto delle prescrizioni per lavorare in sicurezza; si istituisca con l’Inail una Direzione speciale nazionale a cui fa capo la materia e che abbia il compito di agire con un adeguato numero di risorse umane conformando metodi di intervento in tutto il Paese. Si faccia un lavoro a tappeto e da subito, nelle more di interventi di respiro nazionale». Sono le parole di Rita Innocenzi, da anni sindacalista Cgil e oggi componente del coordinamento politico del Pd.
«Un’altra tragedia di cui si occuperanno le autorità preposte, ma è impossibile trattenere rabbia e dolore per altre tre vittime strappate alle vita e alle loro famiglie. Siamo vicini alle famiglie, agli amici ed ai colleghi, alle comunità coinvolte. Non si può morire così, non si può morire al lavoro. Sulla sicurezza dei lavoratori siamo in emergenza nazionale da troppo tempo». Così in una nota il coordinatore regionale di Italia Viva, Camillo D’Alessandro.
«Incredibile ma vero, è accaduto di nuovo! L’esplosione alla Sabino Esplodenti di Casalbordino, che ha causato 3 morti, sembra un film horror già visto, nel 2020, in un’altra deflagrazione, avevano perso la vita altrettanti lavoratori e nel passato vi erano state altre situazioni simili con morti e feriti gravi. Si era detto “Mai più”, invece ci risiamo. I lavoratori pagano con la vita un sistema di controlli che non funziona, che non previene e che non punisce chi manda al massacro i lavoratori. Non dimentichiamo che un altro lavoratore di un’azienda dello stesso settore, nel Teramano, ha perso la vita nel mese di febbraio e che la conta dei morti in Abruzzo aumenta di anno in anno. Ribadiamo che la politica deve intervenire e crediamo che è necessario potenziare gli organici degli enti di controllo delle ASL e attuare una loro riforma profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole. Alle aziende che violano le leggi sulla sicurezza va sospesa l’attività e prevedere dei controlli stringenti periodici: meglio lavoratori cassintegrati che morti. Ribadiamo con forza che bisogna introdurre un reato specifico nella legislazione: il reato di omicidio sul lavoro. USB e Rete Iside, hanno lanciato la campagna di raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare che istituisce questo reato e per mettere il Parlamento italiano di fronte alle proprie gravi responsabilità. Basta con le interviste mediatiche piene di costernazione da parte dei politici, non più credibili, e basta anche con le finte rimostranze di CGIL, CISL e UIL. Quanti morti servono per comprendere che bisogna intervenire in modo radicale? Quanto sangue deve scorrere per comprendere che gli attuali strumenti non bastano a fermare la sequela di morti ammazzati sul lavoro? Chiederemo formalmente al Prefetto di Chieti e alle altre Prefetture una convocazione immediata e l’istituzione di una commissione permanente sulla sicurezza che abbia interlocuzioni con la politica che ha il dovere di agire di fronte a questa mattanza. Se i lavoratori muoiono il minimo è che i responsabili vadano in galera. Lo ha dichiarato il coordinamento USB Lavoro Privato Abruzzo e Molise.
«È assurdo che uno stabilimento industriale catalogato “ad alto rischio” secondo la Direttiva europea Seveso (e dunque soggetto a severi controlli da parte delle istituzioni) possa registrare due incidenti mortali plurimi in meno di tre anni di distanza l’uno dall’altro e dopo che sul primo incidente sono state ipotizzate accuse di omicidio colposo plurimo aggravato perché commesso con la violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. In attesa che si chiariscano dinamica e cause dell’episodio di ieri l’auspicio è che vengano subito accertate le responsabilità di questa ennesima strage che si poteva e si doveva evitare». Lo ha affermato il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri.