FURCI – In occasione della festa patronale di Furci, svoltasi nella giornata di ieri, il sindaco Fabio Di Vito, ha espresso la profonda importanza dell’evento, che ha radici storiche nella comunità.
La celebrazione ruota attorno alla traslazione delle reliquie del Beato Angelo, avvenuta nel 1888, quando le stesse furono trasferite da Napoli al piccolo centro vastese.
«Il Beato Angelo continua a essere oggetto di venerazione e culto ancora oggi, testimoniando l’impatto duraturo della sua vita e della sua fede. Nonostante fosse un docente universitario presso la Sorbona, il Beato Angelo ha incarnato l’umiltà e ha abbracciato pienamente la dottrina degli agostiniani», spiega il sindaco Di Vito a Zonalocale.
«Oltre agli aspetti religiosi, la festa patronale comprende anche una celebrazione civile che è ben nota in tutta la regione. La fiera, il sedano, noto localmente come “il laccio,” la scapece, l’opportunità di riconnettersi con amici di vecchia data, sono solo alcune delle tradizioni che rendono questa festa un evento speciale per tutti», dichiara il primo cittadino.
«La Festa Patronale di Furci è un’occasione unica per celebrare la storia, la spiritualità e la gioia della comunità. Rappresenta un momento in cui i furcesi si riuniscono per onorare il passato, rafforzare i legami con il presente e guardare con speranza al futuro».
Ieri sera, l’evento si è concluso con il concerto di Amedeo Minghi. Poi lo spettacolo pirotecnico per chiudere in bellezza la giornata di festa.