SULMONA – Il Tribunale di Sulmona ha recentemente intensificato le misure cautelari per un uomo di 44 anni, accusato di aver perseguitato ferocemente la sua ex moglie, la figlia minore e l’intera famiglia, nonostante i divieti di avvicinamento precedentemente imposti. La decisione è stata presa dal giudice per le indagini preliminari, Alessandra De Marco, in risposta a una crescente escalation di comportamenti vessatori che si sono protratti dal mese di maggio fino al 27 agosto.
L’uomo era stato precedentemente oggetto di un codice rosso attivato dal Sostituto Procuratore Edoardo Mariotti quando si era avvicinato ai luoghi di lavoro delle vittime, fatto documentato dalle telecamere di videosorveglianza. Tuttavia, la situazione è peggiorata notevolmente nel corso degli ultimi mesi, con l’uomo che ha ostacolato i colloqui autorizzati dal Tribunale con la figlia minore e ha inviato decine di messaggi al giorno alla sua ex moglie, caratterizzati da minacce esplicite.
In alcuni messaggi, l’uomo avrebbe scritto frasi agghiaccianti come: «Se mi scateno succede un macello. Prendo l’ascia di mio nonno e faccio una strage. Non so come reagirò». Queste minacce sono state prese molto seriamente dalle autorità giudiziarie e hanno portato al rafforzamento delle misure cautelari.
Il quadro accusatorio nei confronti dell’uomo è già delicato, con le indagini che hanno rivelato un profilo di ossessione e pericolosità sociale. L’uomo inviava almeno 50 messaggi al giorno alla sua ex moglie, la tormentava con continue telefonate e faceva minacce esplicite, tra cui l’orripilante grido di «ti ammazzo e vi ammazzo» rivolto anche ai parenti della donna. Inoltre, si recava regolarmente sul luogo di lavoro della sua ex, creando un ambiente di costante paura.
In considerazione della pericolosità dell’uomo e della sua insistente violazione dei divieti di avvicinamento, il giudice ha emesso un ordine di custodia cautelare, facendo scattare l’arresto dell’uomo nella sua “cella domestica”. L’indagine è stata condotta con cura dalla Squadra Anticrimine del Commissariato, dimostrando l’impegno delle autorità nell’affrontare situazioni di pericolo e violenza domestica.