CASOLI – I sindaci e gli amministratori dei comuni di Altino, Casoli, Civitella Messer Raimondo, Colledimacine, Fara San Martino, Gessopalena, Guardiagrele, Lama dei Peligni, Lettopalena, Montenerodomo, Palena, Palombaro, Pennadomo, Pennapiedimonte, Perano, Roccascalegna, Sant’Eusanio, Taranta Peligna e Torricella Peligna si sono riuniti a Casoli il 21 agosto scorso, per esprimere all’unanimità «la crescente preoccupazione sulla situazione della sanità nelle zone interne dell’Abruzzo».
«Mentre l’attenzione sembra focalizzarsi sempre di più sulle aree costiere, – si legge in una nota congiunta – oltre 27mila abruzzesi delle zone interne sentono il peso dell’abbandono e della marginalità. La scellerata volontà di chiudere i PPI operativi 24 ore su 24, relegandoli a soli 12 ore, è una decisione da bocciare senza esitazione. La vita dei nostri cittadini non può essere compromessa da tali scelte. La necessità di garantire una copertura medica continua non è un lusso, ma un diritto fondamentale. Ma non si tratta solo del PPI».
«Il territorio – continua la nota – è privo della presenza stabile di medici per le visite specialistiche ambulatoriali, elemento essenziale per una popolazione in cui molti, soprattutto gli anziani, faticano a spostarsi. La carenza di personale del servizio di dialisi costringe i pazienti a lunghe e faticose trasferte, aggravando ulteriormente la loro condizione aumentando il costo per la sanità pubblica. Strettamente correlato a tutto ciò vi è il depotenziamento del servizio di emergenza urgenza territoriale le cui postazioni 118, nei comuni afferenti al presidio di Casoli, risultano essere da anni senza medico a bordo, quindi non medicalizzate».
A tal proposito, «di recente si era annunciato l’arrivo di automediche a supporto delle ambulanze presenti ma senza garanzia di continuità e limitate ad alcuni giorni al mese. Comprendiamo – sottolineano i sindaci e gli amministratori riuniti – il problema nazionale della gravissima mancanza di medici, dovuti a una scarsa programmazione nazionale più che decennale, ma non possono essere sempre le zone interne a pagare pegno. Le aree interne dell’Abruzzo, ricche di tradizioni, cultura e bellezze naturali, meritano rispetto e dignità».
«Non chiediamo privilegi, ma investimenti adeguati – conclude la nota – che riconoscano il valore e l’importanza delle nostre comunità. La marginalizzazione delle aree interne non è solo una perdita per chi vi abita, ma per l’intera regione. Chiediamo con forza che la salute dei cittadini non venga compromessa da decisioni miopi e non condivise. È ora di guardare oltre alla costa e riconoscere che l’Abruzzo è fatto anche, e soprattutto, delle sue splendide zone interne. La loro rinascita e il loro benessere sono essenziali per l’intera regione. Facciamo appello a tutte le istituzioni competenti affinché ascoltino le nostre preoccupazioni e intervengano con decisione e concretezza. L’ora di agire è adesso».