VASTO – Giuseppe Tagliente, già presidente del Consiglio regionale e sindaco di Vasto, avvocato e giornalista, ha scritto al presidente della giunta regionale dell’Abruzzo, Marco Marsilio, in merito alla «notizia di un’ormai certa riconferma del direttore generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, Thomas Schael, e, sempreché essa risponda al vero, – si legge nella missiva – mi permetto di farle giungere una mia “modesta proposta per prevenire”, come avrebbe detto Giuseppe Berto, scrittore che, sia detto per inciso, non merita l’oblio a cui le lobbies del pensiero unico l’hanno condannato».
«Rinnovare per la terza volta consecutiva – prosegue Tagliente – l’incarico alla stessa persona senza prima aver fatto tesoro dei pareri di chi vive nel complesso mondo della sanità e ne percepisce i problemi, e di chi ne sente le carenze, i deficit, i bisogni. Da simpatizzante per la parte politica che oggi governa la Regione, mi sento in tutta onestà di suggerirle di sentire – preliminarmente e nelle forme che meglio riterrà – i primari che non hanno mai potuto trovare udienza presso il direttore generale, i capi dipartimento, i sindaci che fanno parte del Comitato ristretto e quelli che non ne fanno parte (in modo da avere una visione non di parte soltanto), i docenti della facoltà universitaria di Medicina e Chirurgia, i rappresentanti dei sindacati dei medici e delle professioni sanitarie e del comparto, delle associazioni e dei comitati di difesa degli ospedali sorti spontaneamente sul territorio».
«Raccolga, signor Presidente, i loro pareri – continua Tagliente – e chieda loro se in questi ultimi anni sia stata soddisfatta la richiesta di buona sanità sul territorio o molto più semplicemente se sia vero che in ragione delle condizioni in cui si trovano ad operare gli ospedali e della carenza di personale medico si sia avuta una cospicua riduzione delle prestazioni sanitarie a tutto danno dell’utenza e a tutto vantaggio del “privato”. Questo mi preme dirle in tutta amicizia e spinto dalle molteplici sollecitazioni ricevute», conclude la lettera.