VASTO – “Il coraggio della cananea“, è il titolo che vorrei affidare oggi per la meditazione, pensando alla scena di Gesù che si trova in terra straniera. E lì c’è una donna cha ha un problema: una figlia ammalata e grida a Gesù: “Signore, pietà di me…Mia figlia è tormentata da un demonio!”.
Ella grida dunque e la immaginiamo distante. C’è un particolare: il Vangelo di Matteo ci dice che il Maestro non le rivolse neppure una parola. È il silenzio di Dio che sembra indifferenza di fronte a quel dolore, tant’è che gli apostoli si sentono imbarazzati visto che la donna è tenace.
Gesù sembra non voler dare attenzione alla richiesta di una donna pagana. E di fronte a questo silenzio, impariamo proprio dalla straniera, la tenacia. Ella non si arrende, presenta il suo problema, si prostra e si umilia, si mette in un atteggiamento di adorazione.
“Signore, aiutami! E a quel punto che Gesù ci offre una risposta “bruciante”, quasi offensiva: «Non è bene dare il pane dei figli ai cagnolini». Questa espressione rimanda anche alla parola “cananei”, quindi un po’ dispregiativa verso questa donna. Dunque, un punto debole che ci fa soffrire.
Ancora impariamo da lei: come reagire di fronte alle sconfitte, a quelle esperienze che ci procurano vergogna? Dovremmo forse piangerci addosso oppure reagire imparando dalle nostre debolezze?
La donna cananea accetta quello che sembra quasi un insulto e si riconosce come una cagnolina che però non vuole togliere niente a nessuno. Sa e può accontentarsi delle briciole. Anche i cagnolini si nutrono delle briciole che cadono dalla tavola della padrona…
Quant’è bello il commento che fa Sant’Agostino a questa scena: «Sapeva bene la donna a chi chiedeva la grazia. Accettò – e non rigettò l’ingiuria uscita dalla bocca di Cristo -, ma insistette nel pregare più ardentemente confessando di essere ciò che aveva sentito dirsi».
«Sì, accetto il rimprovero e accetto anche questa umiliazione, ne faccio un punto di forza – è come se dicesse – . Io so che le briciole della parola, della grazia e dell’amore di Dio sono comunque infinito: basta e avanza per rialzarmi e ottenere la guarigione».
Quale lezione di umiltà e coraggio riceviamo da questa donna cananea, noi che subito ci arrendiamo di fronte al silenzio, che mandiamo all’aria tutto, di fronte ad esperienze non sempre positive e piacevoli, anche nella Chiesa?
Subito mandiamo all’aria tutto…forse dovremmo imparare il coraggio e la perseveranza nella fiducia che ogni singola parola di Dio può guarirci.
Buona domenica a tutti!