VASTO – Riceviamo e pubblichiamo da una lettrice di Zonalocale, Daniela Cassago, che ha scritto alla redazione per segnalare ciò che le è accaduto stamane al Cup dell’ospedale di Vasto.
«Questa mattina mi sono recata al CUP dell’ospedale San Pio di Vasto per effettuare una visita ortopedica di controllo a seguìto di un infortunio accadutomi una settimana fa. In quell’occasione la giovane dottoressa ortopedico che mi ha assistito, per altro competente e scrupolosa, mi ha espressamente richiesto di tornare per una visita oggi; sicché di buon grado mi presento e scopro che al Cup hanno tutti i bancomat fuori uso.
Esprimo il mio disagio ma, mio malgrado, me ne vado a fare un prelievo, con tutto il fastidio di trovare poi nuovamente il parcheggio, in zona ospedale. Dopo 40 minuti, mi ripresento allo sportello e il tizio mi dice Eh no signora, mi deve dare i soldi spicci perché non abbiamo il resto da darle di 37 euro”. A quel punto non ho potuto far a meno di esprimere con toni accesi il mio disagio: mi mandano a prelevare e poi non vogliono la banconota da 50 euro per mancanza del resto! Gli rispondo che io devo fare questa visita e che lui risolvesse il problema del resto, non intendevo muovermi da lì. Lui urla ai presenti e ai colleghi: “Qualcuno ha da cambiare ?” Lì per lì nessuno risponde, la mia sopportazione era al limite ma lui giusto per rincarare la dose afferma : “Eh signora, ma oggi è il 16 di agosto che vogliamo fare è tutto chiuso!” Al che con toni accesi gli urlo che un ospedale non è un esercizio privato che può decidere di chiudere il 16 agosto perché è San Rocco, un ospedale è un servizio pubblico e chi è allo sportello ha il dovere di organizzare il proprio lavoro per garantire il servizio pubblico sanitario ai cittadini. Gli replico che così loro mi stanno impedendo di usufruire di un sacrosanto diritto medico sanitario
Ebbene in un attimo il resto compare magicamente dall’amministrativa dello sportello accanto, che ovviamente li ha presi dalla cassa, non certo dalle sue tasche. Trovo scandaloso dover combattere per ottenere un servizio essenziale. Trovo assurdo che mi venga risposto che oggi è il 16 di agosto e quindi che mi devo aspettare è tutto chiuso? Io mi aspetto di essere accolta come un cittadino che le tasse le paga, che deve effettuare una visita prescritta, senza contare che ora sono in attesa con 30 persone davanti che nemmeno rispettano la numerazione, alcune anche in gravi condizioni e c’è un solo ortopedico in turno agli ambulatori. Un delirio. Dove siamo finiti?».
Sono stato il 04 agosto , la situazione era la stessa. Con in più che il tabellone delle chiare funzionava male.
Sempre peggio, il tracollo del servizio sanitario non e’ solo colpa della politica ma anche di chi ci lavora dentro.