POLLUTRI – Sono terminati, in questi giorni, i lavori di rifacimento di Piazza Giovanni Paolo I a Pollutri, un lavoro di cui il sindaco Di Carlo ci aveva già parlato (https://www.zonalocale.it/2023/05/26/pollutri-si-riqualifica-fondi-pnrr-e-fondi-regionali-video/).
Si è trattato di un intervento, durato poco più di due mesi, necessario e allo stesso tempo possibile grazie ai fondi PNNR che, per l’opera, hanno erogato 100mila euro. Il bando a cui l’amministrazione ha partecipato prevedeva anche la creazione di nuovi parcheggi, realizzati a bordo piazza, e l’ampliamento delle aree verdi.
Il primo cittadino, nell’incontro del 26 maggio scorso con la nostra testata, ci aveva confidato quale fosse il progetto di pavimentazione della piazza, permettendoci anche di prenderne visione. La sorpresa è stata svelata in corso d’opera. Oggi, la piazza presenta, a terra, il gioco della campana, dei quattro cantoni ed una scacchiera. Al centro il puledro, stemma della municipalità.
Proprio il sindaco ci ha raccontato che, alcune sere fa, durante lo spettacolo musicale in Largo Cavalieri di Vittorio Veneto, in occasione della festività dei Santi Rocco e Antonio abate, i bambini avevano riempito la piazza per poter giocare a questi antichi giochi, ma pur sempre attuali. Di Carlo, infatti, per questo, senza nascondere la commozione, si è detto altamente soddisfatto, mentre bisogna definirne la data di inaugurazione ufficiale.
Per quanto riguarda, invece, il lavoro di restauro della cupola della chiesa parrocchiale del SS. Salvatore, avviati tra il gennaio ed il febbraio scorsi, l’intervento è stato affidato alla restauratrice Michela Tavano che ha svolto un lavoro parso magistrale agli occhi di quanti, in questi giorni, ne hanno potuto ammirare la bellezza. In occasione delle Giornate FAI di primavera, la restauratrice stessa ci aveva descritto cosa avesse trovato dei lavori precedenti e cosa si sarebbe andato a fare con questo restauro (https://www.zonalocale.it/2023/03/26/pollutri-apre-i-suoi-tesori-per-le-giornate-fai-gallery/).
Gli affreschi, in parte caduti a causa del tempo e dell’umidita e in parte nascosti sotto dello stucco, risalenti al 1926, sono del maestro e pittore molisano Amedeo Trivisonno, uomo di grande talento la cui arte ha varcato i confini del Molise.
Trivisonno nacque a Campobasso, nel 1904, ivi realizzò affreschi di mirabile bellezza arricchendo la cattedrale della Santissima Trinità ed il santuario della Madonna del Monte. Figure che rapiscono per la loro armonia ed il loro realismo. Dipinse in Campania (a Napoli il salone dalla Mostra d’Oltremare ed a Benevento), in Puglia, in Abruzzo e poi al Cairo dove, dal 1952, insegnò pittura presso la Scuola d’Arte Italiana.
La parrocchia, fortunatamente, disponeva ancora dei disegni preparatori originali, grazie ai quali si è potuto intervenire, previo nulla osta della Soprintendenza di Chieti, per la reintegrazione delle figure mancanti nella parte superiore della cupola. Il lavoro di restauro è stato eseguito in chiaroscuro, salvo dove il colore fosse esistente, poiché la scelta cromatica non poteva essere arbitraria, non possedendo indicazioni in merito. L’attività di restauro è stata, ovviamente, preceduta da una fase di consolidamento degli intonaci della cupola stessa.
È curioso, come, invece, alcune aree dell’affresco fossero state nascoste sotto lacune di stucco appositamente create. L’opera di Trivisonno fu infatti sottoposta già a precedenti interventi di restauro, fra cui uno negli anni sessanta e attorno al quale si lega una figura che, spacciandosi per restauratore, mise maldestramente mano agli affreschi e un secondo risalente agli anni ottanta, eseguito invece da una mano competente; tuttavia non fu definitivo. Di quest’ultimo avevamo già dato cenni, parlando con la attuale restauratrice (https://www.zonalocale.it/2023/03/26/pollutri-apre-i-suoi-tesori-per-le-giornate-fai-gallery/).
Oggi è possibile osservare l’affresco, verosimilmente a ciò che il maestro Trivisonno realizzò. Si tenga presente che l’avverbio “verosimilmente” è usato in conseguenza del fatto che non è possibile ammirare i colori originali nella sommità della cupola, come già specificato. Attualmente l’opera risulta corredata di luci museali che ne garantiscono la corretta illuminazione. Nelle prossime settimane verranno presentate le fasi del restauro alla comunità.