VASTO – «Nel dovuto rispetto sia verso le cure palliative sia soprattutto nei confronti dei malati, mi sono permesso di usare questi termini per rappresentare senza retorica, la situazione che vive oggi il personale che lavora nella Casa Lavoro di Vasto», scrive in una nota Giovanni Notarangelo, segretario locale dell’Osapp.
«In questi giorni – si legge nella nota – prima la Direzione in missione ha indirizzato a noi sindacati un appello per il momento drammatico che sta attraversando la Casa Lavoro di Vasto, dove si fa cenno “sul senso di responsabilità ma anche sulla capacità di supportare, in questa delicata fase, l’intera organizzazione dell’istituto” e per finire abbiamo l’intervento a supporto del focal point decretato dal Provveditorato regionale, figura di supporto che aiuta nella compilazione web dei turni di servizio. Nelle stesse missive, entrambi i firmatari hanno confermato che il personale non è sufficiente, con frasi quali “Si conferma la necessità di integrazione di un congruo numero di personale”. Ebbene nulla però di quanto servirebbe, appunto un congruo numero di personale».
«Il malato si aggrava giorno per giorno e il problema è che tutto il personale sta al limite, – sottolinea l’Osapp -. Prima si andava a lavorare non sapendo poi a che ora si smontava, se si poteva prendere il figlio a scuola per le 14 o per le 16 o per le 18. Oggi non si sa neanche qual è il turno successivo. Non sa se fa la notte o la mattina, chiaramente non sa se potrà andare la mattina del giorno dopo al mare o dal dottore, e soprattutto non sa se potrà fare un giorno di ferie. Insomma siamo arrivati al capolinea, siamo alle cure palliative come l’idea del supporto tramite web (Focal point) al vice comandante che fa anche il comandante, che fa anche l’addetto alla programmazione dei turni, che inserisce i dati sulla piattaforma specifica e che come successo qualche giorno fa insieme ad altri colleghi eroi, deve intervenire in prima persona per trasferire un malato psichiatrico che ha messo a soqquadro l’istituto e che tra l’altro ha colpito un collega al volto».
«Oggi mi chiedo – continua Notarangelo – e chiedo alle persone che leggono queste poche righe, dove sta la politica vastese, a cominciare dal sindaco per finire al senatore passando per i consiglieri locali provinciali e regionali? Stanno tutti in vacanza? Dove stanno tutte quelle figure istituzionali che dovrebbero difendere sia il personale di cui parlo, ma soprattutto la struttura come presidio di legalità sul territorio. Chiedo alla politica di farsi sentire nelle sedi istituzionali quali Provveditorato amministrazione penitenziaria o Dipartimento, prima che tutto crolli».
A mo’ di promemoria citando dati ufficiali distribuiti dalla Direzione, possiamo affermare che a fronte di un previsione minima di almeno 37 unità giornaliere fanno servizio nella struttura solo 25 unità giornaliere – ricordando che 37 è il numero minimo con livelli minimi di sicurezza – con turni massacranti e settimane di servizio senza riposo», conclude la nota.