VASTO – Cala il sipario su una delle rassegne culturali di maggior successo del cartellone estivo 2023 di Vasto. Anche ieri sera i Giardini d’Avalos erano pieni di gente. Posti in piedi per il terzo e ultimo appuntamento di “Collisioni”, a cura di Identità Musicali, associazione che unisce giovani musicisti abruzzesi, studenti e diplomati al Conservatorio che hanno deciso di investire nella musica.
Ieri è stata la volta di Ludwig van Beethoven e David Bowie, accomunati dal tema dell’eroismo. Eroi dei nostri, ma non dei loro tempi, virtualmente uniti – ha raccontato Alfredo Bruno, direttore artistico – in quel Natale del 1989, quando le immagini di un mitico concerto di Bowie – di due anni prima in Platz der Republik, Berlino ovest, dove oggi ha sede il Reichstag, il Parlamento tedesco – sono proiettate su uno schermo in piazza mentre si martella ciò che rimane dello storico muro. In Gendarmenmarkt (piazza dei Gendarmi), al Konzerthaus il coro canta l’Inno alla gioia di Beethoven, sinfonia dedicata alla fratellanza. Gioia, “la bella scintilla degli dei, presenza del Creatore nel mondo”, annotava nei suoi scritti il compositore tedesco.
«Possiamo essere eroi, almeno per un giorno (We can be heroes, just for one day)», Bowie acclamava nel giugno 1987, di spalle al pubblico di Berlino ovest mentre a Est, migliaia e migliaia di persone erano ammassate a ridosso del muro per ascoltare il concerto. Il duca bianco (uno dei tanti epiteti di Bowie) rincara la dose salutando «Tutti i nostri amici che sono dall’altra parte del muro». Divisi ma uniti dalla musica.
E sullo schermo di Vasto, mentre al pianoforte il siciliano direttore d’orchestra, Daniele Ruffino, suona Heroes, le immagini di “Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”, film cult del 1981 che racconta il dramma di una 14enne alle prese con l’eroina. Eroi/eroina tanto per Bowie quanto per Beethoven che di certo non ha avuto a che fare con la droga, ma la vita del compositore tedesco è stata ossessionata dagli eroi, tanto da dedicare una sinfonia nel 1802-1804 a colui che inizialmente era “il suo eroe”, Napoleone Bonaparte, prima che si proclamasse imperatore e diventasse tiranno agli occhi di Ludwig, scatenando tutta la sua delusione e rabbia nella Sinfonia numero 3.
Sia Beethoven sia Bowie hanno fatto fatica a imporsi in vita. Entrambi i loro nomi sono oggi incisi nell’universo. Al primo è stato intitolato un cratere sulla superficie di Mercurio, al secondo la costellazione di “Ziggy Stardust“, celebre brano del cantante inglese. «Siamo vicini alla fine: fatemi sapere solo quando», affermava il duca bianco. La stessa fine che s’intravede in “Arancia meccanica” di Stanley Kubrick, in cui il personaggio principale è ossessionato da Beethoven. E quest’ultimo, dopo aver capito di non poter più sentire suoni, prova istinti suicidi che solo «Grazie all’arte ho prolungato questa miserabile vita», scrive nell’ottobre 1802 tra gli appunti dei Quaderni di conversazione.
«Con la settima diminuita, pedale del pianoforte sempre abbassato, corde e martelletti che saltano dallo strumento, il musicista tedesco sovverte le regole delle Sonate», spiega il M° Ruffino. Senso di confusione, crescendo di tensione che culmina con un’implosione di note che danno suono a parole quali vendetta e aggressività. Il linguaggio di Beethoven è complesso.
Con un finale dedicato alla luna fuori gara, il bellissimo assolo di pianoforte “The dark side of the moon” dei Pink Floyd ad opera di Daniele Ruffino, la rassegna “Collisioni” spegne i riflettori. Il direttore Alfredo Bruno, nel ringraziare il numeroso pubblico di tutte e tre le serate, ha ricordato che l’evento nasce per il teatro e quello cui ha assistito Vasto è un arrangiamento.
Il prossimo incontro con Identità musicali, l’11 agosto all’Arena Morricone di Vasto con il concerto gratuito dell’orchestra “Ensemble Baccano” (che raccoglie 17 giovani musicisti) con Filippo Lama, dal titolo “Absolute music for a falling stars“, dedicato alle stelle cadenti. «Un ascolto free style – ha sottolineato Bruno – in totale libertà, per ascoltare una colonna sonora per le Pleiadi».
Ringraziamenti finali all’amministrazione comunale, in particolare al sindaco Francesco Menna e all’assessore alla Cultura, Nicola Della Gatta, per aver consentito l’iniziativa e permesso loro di lavorare con la musica. «Vogliamo fare questo mestiere nella nostra regione», ha concluso seguito da sinceri applausi.