VASTO – Questa mattina, durante la conferenza stampa organizzata dalla Stazione Ornitologica Abruzzese, il consigliere Augusto De Sanctis ha rilevato le criticità di Fosso Marino che «vanno curate con più natura, non mettendo la polvere sotto al tappeto spostando un po’ più in là direttamente in mare l’inquinamento.
Attorno a Fosso Marino – dice De Sanctis – sono circolate fake news e vere e proprie leggende metropolitane, come ad esempio, l’ignorare pervicacemente che Fosso Marino è un corso d’acqua naturale, censito nella rete idrografica ufficiale del nostro paese, facilmente reperibile sul Portale Cartografico Nazionale. Nasce tra le colline retrostanti Vasto Marina e dopo un paio di chilometri sfocia in mare. Solo nell’ultimo tratto è stato purtroppo tombato e proprio qui riceve le acque cosiddette bianche raccolte artificialmente attraverso drenaggi di strade.
Un’altra fake è quella della vegetazione denominata “infestante”: le cannucce di palude e decine di altre specie che erano presenti sono piante tipiche italiane e caratterizzanti proprio i corsi d’acqua. La cosiddetta “pulizia” della vegetazione altro non è che irresponsabile distruzione delle uniche caratteristiche di naturalità rimaste in anni di sfacelo e cementificazione della costa.
Si tratta di una biodiversità da preservare secondo le norme del Piano del Demanio marittimo regionale, del Piano del Demanio Marittimo Comunale e dal semplice buon senso, utile a mitigare l’inquinamento, viste la capacità di fitodepurazione di alcune di queste specie.
L’unico “sporco” su cui intervenire sono gli scarichi abusivi che certamente esistono lungo il tracciato in considerazione delle elevatissime concentrazioni di inquinamento organico riscontrate nelle saltuarie analisi del mare di Arta ed i rifiuti di origine umana spiaggiati o gettati direttamente nell’area.
Invece di affrontare in maniera efficace queste criticità – prosegue il consigliere della Stazione Ornitologica -, finora il comune si è semplicemente accanito, spendendo quasi 100mila euro su questi lembi di natura rimasti, contraddicendo addirittura il proprio Piano demaniale che imporrebbe la rinaturalizzazione dell’area.
Un piano di cui il comune dovrebbe andar fiero, visto che ha di fatto anticipato di dieci anni le norme che oggi il Parlamento europeo ha approvato per la rinaturalizzazione di fiumi e territori, tra l’altro con i voti degli stessi partiti che oggi sostengono la Giunta Menna.
Eppure il sindaco – prosegue De Sanctis – pare determinato a proseguire con un approccio i cui risultati fallimentari sono purtroppo sotto gli occhi di tutti. Come l’ultimo dei giapponesi una parte dell’amministrazione propugna addirittura di tombare definitivamente Fosso Marino con un progetto milionario portandolo a sfociare in mare. Invece di risolvere il problema degli scarichi si preferisce mettere la polvere sotto al tappeto? Facciamo sommessamente notare che la tombatura dei corsi d’acqua naturali è vietata dalle leggi.
Allora si tratta di
- attivare un monitoraggio molto più ravvicinato, anche giornaliero, direttamente sul corso d’acqua alla foce per comprendere meglio in quali occasioni si assiste al superamento dei limiti di legge, senza dover tenere conto delle variabilità dell’ambiente marino;
- perlustrare sia il tratto tombato sia quello a monte verso la collina, per individuare gli scarichi abusivi e perseguire duramente i responsabili;
- riaprire quanto più possibile il tratto tombato ridando un alveo quanto più naturale al corso d’acqua;
- rinaturalizzare la foce e le aree di spiaggia circostanti come previsto dal Piano del Demanio Marittimo lasciando crescere le cannucce di palude e le altre piante, anche con piantumazioni delle specie delle dune oppure lasciando all’evoluzione naturale (in dieci anni a Pescara si è formato il parco delle dune; oggi, senza costi, sono presenti specie rarissime che hanno ricolonizzato da sole l’area);
- pulire costantemente questo tratto di spiaggia dai rifiuti umani, utilizzando i mezzi meccanici il meno possibile;
- allestire panchine, passerelle, cartellonistica per far vivere il luogo.
Auspichiamo – conclude De Sanctis – che la dura lezione porti a un ravvedimento operoso del sindaco e di quei rappresentanti della giunta che finora hanno appoggiato un approccio palesemente errato. Trarre insegnamento dagli errori, che tutti facciamo, è segno di maturità, cautela e lungimiranza. Dimostrare di saper rinaturalizzare e disinquinare Fosso Marino sarebbe un grande segnale che andrebbe anche oltre Vasto e al passo con i tempi delle nuove politiche europee costruite sulla base dell’esperienza di migliaia di scienziati ed enti pubblici attenti all’ambiente».