VASTO – Secondo appuntamento della rassegna “Scrittori in piazza” a Vasto. Mercoledì 26 luglio, in piazza Barbacani, alle 21:30 per il trentesimo anniversario di Scrittori in piazza, torna in città Giulia Alberico per presentare “Madrigale”, edizione Sellerio, e “I libri sono timidi”, Galaad edizioni.
Intervista l’autrice la giornalista Maria Rosaria La Morgia.
Giulia Alberico nasce a San Vito Chietino. Si laurea in Lettere classiche e insegna in diversi licei. Scrittrice inarrestabile comincia con il romanzo Madrigale (Sellerio), seguito da “Il gioco della sorte” (Sellerio), “Come Sheherazade” (Rizzoli), “Il vento caldo del Garbino”, (Mondadori), “Un amore sbagliato” (Sonzogno), “Grazia” (SEM) e il recente “La signora delle Fiandre” (Piemme).
Alberico ha scritto anche racconti e saggi, diretto collane di narrativa e coordinato gruppi di lettura. Collabora con le pagine culturali di L’Osservatore Romano e La Voce di New York.
Le sinossi
“Madrigale”: La casa del 1908, il primo di questi tre racconti d’esordio – che hanno tutti a protagonisti i legami della memoria, il tempo e le sue prigioni -, sembra svolgere la traccia di una vecchia poesia di Borges in cui si dice delle cose, gli oggetti che circondano le vite degli uomini, che sembrano essere l’emblema stesso del passare, della polvere, e invece vennero prima e loro sopravvivranno. La casa racconta in prima persona delle generazioni che ospitò e ne disloca le storie e i personaggi non secondo l’ordine del tempo, ma secondo quello dello spazio, sostituendo il prima e il dopo con un qui e là. Come muti immobili spettri, su cui stendere un pietoso e tenero sguardo.
«…emergono ritratti di un secolo con lampi della memoria che illuminano con luce improvvisa, violetta come lampi sul mare, brandelli della storia di tante nostre famiglie. L’emigrazione, la morale, il perbenismo alternante, l’ipocrisia strisciante, la meschinità del quotidiano in paese e in città, il fascismo, insomma tutto quello che ha fatto la storia della prima metà del XX secolo, e che ne ha condizionato la seconda fino all’inizio del XXI. È splendido il viaggio nella memoria raccontato in prima persona dalla vecchia casa. Nell’ultimo racconto, dissonante, ruvido come carta vetrata, c’è il quadro della depressione, del male oscuro degli ultimi decenni, pervaso da un vento leggero di assoluzione che aleggia sopra vincitori e vinti, sopra madre e figlia trascinate fino all’ultimo da un vortice di incomprensione».
“I libri sono timidi”: I libri, per chi li ama come Giulia Alberico, sono creature con un odore, un sapore e un’anima che si confonde con la nostra. In questo denso e fulgido diario di lettrice sfilano come una collana di meraviglie lungo il corso di una vita, dai primi anni Cinquanta fino alla maturità di una donna che fa delle parole il suo mestiere. Paesaggi agresti e cittadini, figure care riemerse da un pozzo di memorie, aneddoti privati ed eventi collettivi si intrecciano in un continuo gioco di rimandi agli autori e autrici frequentati. Ricomponendo i tasselli di una cospicua formazione letteraria ci accorgiamo così di assistere allo svolgersi di un’autobiografia in tralice. E la grazia di uno stile ovunque terso e armonico realizza finalmente un solo affresco, una sola esemplare comunione tra vita vissuta e miracolosamente lievitata dalla carta.