VASTO – Sulla notizia della avvenuta trasformazione, in materia di ciclo integrato dei rifiuti, del Consorzio Civeta in una Società di diritto privato (S.R.L.) a capitale pubblico, si è espresso Il Nuovo Faro di Edmondo Laudazi
«Sulla carta si è data attuazione ad una suggestiva proposta di riorganizzazione, finalizzata ad un completamento circolare della filiera, in grado strutturare il patrimonio e di intervenire sul territorio, dalla fase della raccolta della spazzatura urbana a quella dello smaltimento dei reflui e dei sovvalli in discarica e/o alla valorizzazione dei prodotti delle lavorazioni di trattamento.
Il “fu“ Consorzio Civeta ha, quindi, finalmente recuperato una proprietà definita che appartiene ad alcuni Comuni del vastese , tra cui Vasto e San Salvo, che ne detengono la maggioranza assoluta e che hanno investito considerevoli risorse proprie negli anni, senza ottenere alcun apprezzabile ristorno , dovendo invece spesso intervenire a sostegno economico di una gestione quasi sempre passiva.
Ricordiamo che l’Ente Consortile Civeta, era stato addirittura Commissariato per molti anni dalla Regione Abruzzo, senza che le predisposte gestioni abbiano particolarmente brillato per i risultati ottenuti , dovendosi al contrario annotare solo il continuo aumento delle tariffe (crediamo sia la unica discarica al mondo che non abbia guadagnato soldi a palate) ed alcune gravi indagini giudiziarie collegate agli incendi, al temporaneo sequestro ed al blocco della attività della terza vasca dell’impianto consortile di Valle Cena. Ora sembrano esserci le condizioni per cambiare.
C’è, però, un piccolo particolare che non quadra se non viene messo a punto bene. Non sono state rimosse le effettive questioni che non hanno consentito al Civeta di galleggiare economicamente e funzionalmente: è stato, di nuovo, previsto un costoso Consiglio di Amministrazione che ha mantenuto troppi poteri di gestione operativa; non sono stati adeguati i compiti e le responsabilità che dovrebbero fare capo al Direttore Generale – come avviene in tutte le aziende che si occupano di rifiuti – ; sono stati aumentati i ristorni di compensazione ambientale ad alcuni Comuni che risentono della presenza dell’impianto; non è stato definito il contrasto operativo che vede alcuni Comuni soci aver affidato il servizio della raccolta e dello smaltimento ad una altra Società che opera nel bacino e con la quale avrebbe dovuto essere raggiunto un accordo preliminare (Ecolan).
Basti pensare che questa dicotomia, nell’ambito della stessa Agir, vede i due soggetti realizzare ciascuno un impianto di digestione anaerobica, ognuno dei quali avrebbe bisogno di un quantitativo di rifiuti organici non disponibile nell’intero bacino.
Per quanto ci riguarda, riteniamo che Civeta S.r.l., restituito ai legittimi proprietari, veda chiuse le inchieste penali pendenti da tempo, anche per sapere se e che impicci ci sono stati nel passato, e che le corrette ipotesi di riorganizzazione dei servizi globali di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti vengano definite dai Comuni interessati , in primis Vasto e San Salvo, nell’ambito del miglior funzionamento dell’Agir regionale.
È vero, infatti, che l’impianto di trattamento di Civeta, con la annessa discarica, è l’unico impianto di origine pubblica della Provincia di Chieti, ma è altrettanto vero che i cittadini di Vasto e del vastese non sono disponibili a trasformare la neonata Società nella pattumiera d’Abruzzo, né a subire passivamente un esproprio proletario.
Ci auguriamo che la popolazione sia informata costantemente di quanto accade e che tutto venga concordato in maniera trasparente, con i Comuni di Vasto e San Salvo e con gli altri proprietari delle quote sociali, se ancora interessati, nell’esclusivo interesse di tutti gli abitanti del comprensorio vastese. Di un territorio dove, purtroppo, ancora aleggiano interventi “spot” di privati (discariche, impianti di trattamento e cogenerazione, etc) che non sono inseriti in un quadro organico di gestione e che, quindi, difficilmente risultano valutabili nella logica del pubblico interesse.
Non deve accadere che si abbia un pullman in proprietà, preso e guidato da terze persone, senza sapere che viaggio si compie ogni giorno che passa e che gente si porta a spasso. Occorre definire un viaggio certo ed un percorso virtuoso e sostenibile.