VASTO – Riceviamo e pubblichiamo da una nostra lettrice:
«Quando la parola “tumore” entra nelle nostre vite, lascia immancabilmente dietro di sé dei momenti di disperazione e distruzione. È un mostro silenzioso che giorno per giorno ti divora senza pietà, a lui non importa niente se sei giovane o anziano, se chi ti sta intorno viene inghiottito con te nell’abisso della disperazione. Lui continua a distruggere e basta.
Una settimana fa questa parola è entrata nella nostra famiglia e da allora siamo tutti cambiati in peggio, come se fossimo stati travolti da un’alluvione che ci ha travolti in pieno senza lasciarci scampo, colpendoci nel nostro punto debole. Piano piano stiamo cercando di rimettere a posto le macerie che ha lasciato dietro di sé, lungo il percorso.
Io non so quale sarà l’epilogo di questa orrenda storia ma ci tengo a ringraziare chi in questi giorni ha lavorato tempestivamente e in modo eccellente affinché non ci sentissimo soli. Abbiamo incontrato medici competenti ma soprattutto che hanno dimostrato un’infinita umanità nei nostri confronti che siamo diventati fragili, smarriti e indifesi, e che ci hanno accompagnato mano nella mano in questo iter con umanità e comprensione.
Meritatissimi i ringraziamenti al dottor Sardellone A., direttore f.f. del pronto soccorso di Vasto e la dottoressa Iommarini S. (cito loro due perché siamo stati seguiti da entrambi, ma un ringraziamento è doveroso anche per la restante parte del reparto e tutti coloro che ogni giorno con molta pazienza ci curano al meglio facendo il massimo con i pochi mezzi a loro disposizione), la dottoressa Amato M., direttore medico del reparto di radiologia, per la sua eccellente preparazione e accurata diagnosi, e a tutto il reparto di radiologia.
Inoltre, ma non per ultimo, un ringraziamento speciale va al professor Di Sebastiano P., direttore chirurgo e oncologo della clinica Pierangeli di Pescara, che con umanità e tempestività ha accolto immediatamente mio padre sotto la sua ala professionale e l’ha seguito in tutto e per tutto in questo iter di una settimana, forse la peggiore delle nostre vite. Lui insieme alla sua equipe e a tutto il reparto che hanno trattato mio padre al meglio. Vedremo cosa succederà, ma al momento solo una parola arriva dal profondo del cuore: Grazie!
Siete i nostri angeli silenziosi con la divisa, pronti a combattere con i vostri scudi, le malattie che purtroppo fanno parte delle nostre vite.
Ricordate di fare PREVENZIONE, per cercare di contrastare questi orrendi mostri. Un controllo ogni tanto non costa niente a nessuno».
Valeria,
una figlia grata.