VASTO – «Sulla carta ci appariva utile affrontare, anche sotto il profilo professionale – dice Il Nuovo Faro -, una innovativa proposta di riorganizzazione territoriale con la quale confrontarsi e dibattere, nella logica della promozione dello sviluppo del nostro territorio , nelle materie trattate di gestione degli strumenti di pianificazione vigenti nella nostra Provincia , della rete della viabilità e dei trasporti , del piano della offerta scolastica provinciale ( soprattutto degli Istituti di Istruzione Secondaria di secondo grado ) , della valutazione sulla gestione e sulla permanente consistenza delle aree protette , delle riserve e delle zone fragili del nostro territorio, della strutturazione delle aree per gli insediamenti produttivi e per la promozione degli investimenti che generano occupazione e lavoro per i giovani.
Niente di tutto questo: solo un prolisso elaborato, predisposto senza valutazione critica preliminare di tutto ciò che è accaduto nella nostra Provincia con la gestione del PTCP già vigente da circa 20 anni e del perché si rendeva necessario procedere ad una sua urgente revisione .
Una proposta di Piano di Coordinamento che non dice nulla di nuovo sulle materie di stretta competenza provinciale ( viabilità, istruzione, salvaguardia ambientale delegata, piani delle attività produttive), ma che invece si limita a far scattare solo una normativa di salvaguardia edilizia, che blocca tutta la pianificazione esistente e di progetto, introducendo il ricorso ad un ulteriore passaggio di nebulosa “coerenza “, a valere anche sulle pratiche già “conformi” agli strumenti urbanistici vigenti».
Si tratta quindi di un tentativo che, mascherato nella positiva logica della copianificazione e del risparmio del suolo, accende solo l’obbligo – non richiesto – di ricondurre all’esame degli Uffici Urbanistici Provinciali anche atti e documenti che non richiederebbero tali passaggi.
«Riteniamo – concludono – che sia un inutile appesantimento di un settore edilizio già in difficoltà e di una procedura che, addirittura, non solo non appare dotata di alcuna paternità politica ma che – siamo convinti – risulti persino ignota alla maggior parte degli stessi Consiglieri Provinciali che la hanno approvata, senza leggerla o capirla. Una pura follia amministrativa che i Consiglieri Provinciali sono pregati di rimeditare attentamente, durante la fase istruttoria che è stata avviata e delle osservazioni che saranno inviate, anche revocando l’atto di adozione del PTCP presentato, per gli indispensabili correttivi e per gli approfondimenti necessari, in attesa della imminente emanazione delle norme sovraordinate che la Regione Abruzzo ed il Governo nazionale si apprestano a varare. Si rischia infatti di creare un caos di procedure e di competenze sovrapposte, che gli Enti Locali della Provincia di Chieti non appaiono in grado di affrontare».