VASTO – «Un pane vivo, un cibo vero» è il grande tema che ci viene consegnato nella domenica del Corpus Domini, in cui meditiamo quella presenza reale di Gesù in quel pane consacrato, nel vino consacrato.
Per i cristiani tutto questo è cibo, come dice il Vangelo di oggi «vivo» che chiede relazione, che ci trasforma, lasciandosi accogliere».
È una relazione da costruire con un cibo che non è qualunque, non è morto, come direbbe Sant’Agostino «è un cibo che ti assimila a sé, non sei più tu ad assimilare».
È un essere continuamente trasformati a condizione che ci impegniamo a vivere questa relazione.
La I° Lettera ai Corinzi oggi ci ricorda che «questo cibo che noi mangiamo, questo Pane, questo Calice della Benedizione non è forse Comunione con il Sangue e con il Corpo di Cristo?»
Entrare in relazione con quel Corpo e con quel Sangue significa diventare una cosa sola con Gesù, il Vivente.
E per i credenti comporta dunque una relazione d’amicizia profonda in cui si condivide la vita, in cui si costruisce il futuro facendo leva su questo progetto di vita, il Vangelo.
L’ultimo passaggio ce lo dà Giovanni al capitolo sesto che parla di «cibo vero», quindi non solo vivo.
In fondo siamo tutti affamati e assetati di vita e di felicità. E il rischio è che andiamo a bussare a delle porte sbagliate.
Tutto ciò che potrebbe riempire il nostro ventre, il nostro tempo: pensate al lavoro, alle attività, ma rischia di lasciarci più vuoti, più soli e a volte dipendenti. Ecco che le mille dipendenze sono in fondo degli inganni, delle illusioni di felicità.
Avviciniamoci dunque con umiltà, nel silenzio, oggi a questo pane vero, cibo vivo per lasciarci nutrire di questo amore di Dio, che è una vita per sempre che non ci inganna e che ci sazia nel profondo.
Buona domenica a tutti!