VASTO – Masterclass di Officinema Cinelab è da ieri in vacanza. L’ultimo appuntamento è stato quello del pomeriggio nell’auditorium del liceo Pantini Pudente, con la docente di Storia e critica del cinema, Anita Trivelli. Restano gli umori e le emozioni vissute dagli studenti. Zonalocale ne ha intervistati quattro: due del Liceo Pantini Pudente e due dell’Istituto Mattei, raccogliendo le considerazioni a caldo.
Alessia C., 18 anni, frequenta l’IIS Mattei ed è entusiasta di questo corso di cinema, «soprattutto per me che frequento una scuola in prevalenza tecnico-scientifica», ha esclamato sorridendo. «Mi è piaciuta la praticità del corso, i consigli e i suggerimenti dati dai docenti e, allo stesso tempo, la libertà di sperimentare che ci hanno lasciato seguendoci da lontano».
«Ho imparato il lavoro di squadra – ha aggiunto Alessia- e ho capito il marketing che esiste dietro al cinema, il ragionamento del palinsesto della tv». Alla domanda se si sente condizionata da questi meccanismi, ha risposto: «Sì, certo che sono condizionata dal sistema».
Allegra M., 16 anni, frequenta il Pantini Pudente e ha ritenuto il corso «interessante» avendo ricevuto «diversi background». «Non pensavo di interessarmi a un argomento del genere, – ha proseguito – ma ho visto che è anche fattibile e assolutamente da ripetere». Nella realizzazione del cortometraggio, Alessia è impegnata nel settore della produzione, «però ho girato», ha sottolineato.
Giuseppe G., detto Peppox, di 21 anni, dell’istituto Mattei è invece entusiasta per aver fatto un tuffo nel passato. «I vecchi film, le tecniche usate sono quelle che nessuno ci ha tramandato. Io ho apprezzato cose mai viste finora, – ha affermato -. L’insegnamento è bello perché trasmette il sapere cosa».
Giuseppe V., 15 anni, del Pantini Pudente è il mago degli effetti speciali nella squadra di Officinema Cinelab. Anche lui come Alessia, ha apprezzato la «praticità» di Masterclass. La curiosità di capire com’è fatto un copione, come nasce un video amatoriale. Ma qual è il corso che ricorderà con più piacere? Giuseppe ha risposto: «Quello di montaggio». Certo è che adesso, quando guarda un film, un po’ più di attenzione ce l’ha puntata sugli aspetti tecnici.
Che è poi l’obiettivo sul quale hanno puntato i docenti del corso. «Il linguaggio visivo è egemonico nella società attuale, – ha detto la professoressa Trivelli ieri nell’ultimo incontro – pervasivo e performante. Noi siamo immersi dalle immagini. Tuttavia, il cinema s’insegna solo occasionalmente nelle scuole».
«Il mercato richiede solo consumo e non consapevolezza – ha aggiunto Trivelli – che solo la scuola può offrire. Cerchiamo di non essere consumatori passivi dell’esistente», parafrasando un testo di Lino Micciché, fondatore della Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, uno dei più importanti festival cinematografici italiani.
Appuntamento quindi a settembre con altri due incontri didattici e, poi, in autunno con la conclusione del cortometraggio realizzato proprio da loro, i ragazzi.