L’AQUILA – «Ritardi e paralisi anche nei sistemi delle altre Asl a causa dell’attacco hacker alla Asl 1. Fioccano le proteste degli utenti, che si sono visti saltare appuntamenti, prestazioni e persino servizi, in particolare nel Comprensorio di Chieti, dove i sistemi sono spenti da giorni». Lo ha dichiarato in una nota il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci.
«Il centrodestra è completamente assente, – ha aggiunto Paolucci -. Ieri nessuno dell’esecutivo e dell’Asl si è presentato all’incontro che avevamo chiesto in Commissione per avere aggiornamenti diretti sullo stato dell’arte e oggi la Regione continua ad essere incapace di proporre soluzioni, ma anche di confrontarsi sulle enormi criticità che il problema sta causando all’utenza non solo aquilana».
«Una latitanza che deve finire, – ha proseguito il capogruppo Pd – la Regione ha il dovere di tutelare i cittadini, sui quali non si può ripercuotere il disagio e il costo sociale di tanta e tale mancanza di organizzazione. Il diritto alla salute è una cosa seria, non è pensabile che il problema di una Asl blocchi l’attività delle altre tre e la sanità di una regione. Dalla Provincia di Chieti ci arrivano le segnalazioni peggiori: a Lanciano saltano a data da destinarsi esami delicatissimi come gli ecodoppler, i pazienti vengono chiamati da operatori Asl che annunciano problemi al sistema e comunicano lo slittamento senza tempi certi; Cup in panne anche ad Atessa, dove eroici impiegati sono lasciati soli a fronteggiare l’ira legittima dell’utenza, che si vede saltare esami fissati da mesi o, per fare risonanze, pet, tac e persino semplici analisi del sangue, deve prepararsi a pellegrinaggi da un presidio all’altro, senza avere la certezza di riuscire allo scopo; male anche a Vasto, dove il sistema è fuori uso da giorni. Tutto questo mentre i dati sensibili dei pazienti aquilani sono finiti alla berlina perché Asl e Regione non sono state in grado di dotarsi di un protocollo a tutela dell’utenza, né di un piano per gestire quella che sta diventando una vera e propria emergenza».
«Il sistema sanitario regionale rischia un blocco totale, – ha incalzato il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Francesco Taglieri -. Dopo l’attacco alla Asl1, con la pubblicazione della quasi totalità dei dati sensibili dei cittadini in possesso dei criminali, che hanno realizzato quanto minacciato nei giorni scorsi, si rischia l’effetto domino sulle altre province che, a ora, subiscono rallentamenti e consistenti pressioni. Gli uffici sono in allerta e i servizi in difficoltà, e più cittadini hanno segnalato malfunzionamenti e criticità nel comunicare con i CUP. La Asl 2 sembra particolarmente in affanno. Non è chiaro se i rallentamenti siano dovuti a iniziative di prevenzione o addirittura, nella peggiore delle ipotesi, a un attacco frontale come quello subito dalla Asl 1».
«Ciò che è certo – ha continuato Taglieri – è che i danni causati dall’attacco hacker lo scorso 3 maggio si sta riversando su tutto il territorio regionale, esattamente come in tanti temevano. Con il consigliere regionale, Giorgio Fedele, in prima linea avevamo ampiamente previsto questo scenario e, nonostante abbiamo più volte sollecitato risposte e chiarimenti, e chiesto a gran voce che i cittadini venissero informati su ciò che stava – e sta – accadendo, la giunta Marsilio e l’Asl continuano a celarsi dietro un vergognoso silenzio lasciando un’intera popolazione, nonché i rappresentanti del Consiglio regionale, all’oscuro di tutto e in balìa delle minacce e delle comunicazioni di un gruppo di cyber criminali».
«Chiediamo l’audizione del presidente Marco Marsilio, dell’assessora regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, e del direttore del dipartimento Sanità, Claudio D’Amario, nella prossima seduta utile del Consiglio regionale. Sono chiamati – conclude il capogruppo M5S – ad adempiere al proprio ruolo istituzionale dando risposte ai cittadini e ai professionisti, anche sul malfunzionamento dei sistemi informatici delle Asl abruzzesi, occasionalmente definiti attività di manutenzione».