POLLUTRI – Il lancio dei taralli di oggi alle 13:00, a Pollutri, – che ha formalmente aperto i festeggiamenti di maggio in onore di San Nicola di Bari, ricordando la traslazione delle reliquie da Myra a Bari – è un evento della tradizione del paese che si perde nel tempo, ma che continua ad alimentare il DNA di questo popolo e ne costituisce quindi una delle molecole identitarie.
Si tratta di un momento tanto atteso che si veste dei caratteri del folklore, infatti tanta gente (il folk), di Pollutri e oltre, si è raduna per l’evento sul piazzale del Belvedere (Largo Cavalieri di Vittorio Veneto) per attende l’arrivo del comitato feste e del parroco, che dalla balconata del palazzo signorile antistante, hanno lanciato i pani votivi a forma di tarallo. Per quanto si tratti di un rito non liturgico della festa, la preghiera, che precede il lancio, non manca mai. Una novità per quest’anno: la benedizione impartita dal nuovo parroco, don Gianni Di Felice, dalla balconata di Palazzo Del Re, da cui il lancio.
In un clima di trepidazione e di festa per il tanto atteso lancio dei taralli, percepito anche dalla redazione, non può mancare il riferimento alla carità evangelica messa in pratica dal santo vescovo che, tramite la preparazione dei pani e la loro distribuzione, lancio incluso, si vuole imitare.
Terminato il lancio abbiamo sentito il parroco che ha esaltato, biblicamente, il tempo della festa, da cogliere come momento favorevole per il popolo, per grazia di Dio, poiché è Lui, per primo, che elargisce il bene e per il quale il popolo esulta. Poi abbiamo seguito il comitato feste che è passato di casa in casa, nel centro storico, per consegnare i taralli nelle case. Mentre nelle zone di campagna la consegna è avvenuta durante i nove giorni precedenti ad oggi, cioè dal 26 aprile al 4 maggio.
I taralli che sono stati lanciati sono stati preparati dalle donne del comitato feste che, per nove giorni, hanno lavorato alla panificazione (circa 12mila taralli), nel segno di una tradizione che continua a vivere per la buona volontà delle varie famiglie pollutresi che ogni anno si avvicendano in questo arduo compito, quello di condurre i preparativi ed i festeggiamenti e al tempo stesso custodirne, tramandarne e, perché no, nel segno del progredire dei tempi, innovarne le caratteristiche, affinché la tradizione prosegua, ma senza adagiarsi in gesti sterili e ripetitivi che rischierebbero di non tramandare più nulla. A tal proposito, Alasdair MecIntyre, filosofo scozzese vivente, così scrive in “After Virtue (Dopo la Virtù). Saggio di teoria morale”: “Quando una tradizione è ben in ordine, è sempre parzialmente costituita da una discussione circa i valori il cui perseguimento fornisce alla tradizione in questione il suo senso e scopo particolare. Così, quando un’istituzione è la portatrice della tradizione di una o più pratiche, la sua vita comune sarà costituita in parte, ma in una parte di importanza capitale, da una discussione continua su che cos’è e che cosa dovrebbe essere. Le tradizioni, quando sono vitali, implicano continui conflitti. Una tradizione vivente è dunque una discussione che si estende nella storia e si incarna nella società. La storia della vita di ciascuno di noi è generalmente e tipicamente inserita nelle storie più vaste e più lunghe di una molteplicità di tradizioni, ed è resa intelligibile soltanto in base a esse”.
Questa sera alle 18:00, solenne santa messa e processione con la “barca” di San Nicola.