VASTO – Il monito è chiaro: riconversione. Il settore automotive necessita di essere rivisitato. A lanciare l’appello è Franco Spina, segretario generale Cgil Chieti.
Se altri Paesi sono già a lavoro sull’elettrico, l’Italia procede a rilento. Un problema che rischia di essere preso sottogamba in un territorio dove il settore automobilistico è il fulcro dell’economia.
«Il primo maggio non deve essere solo una data da ricordare – spiega Spina – ma un giorno in cui discutere su come agire per creare occupazione. Da troppo tempo si parla di precariato, ma non si fa nulla, pur disponendo di risorse economiche. Ci sono forti criticità nel Molise, opportunità nella provincia di Chieti.
Questo è un territorio dove l’automotive rappresenta l’ossatura portante. Se il settore automobilistico comincia a rallentare, senza una programmazione, rischiamo di imbatterci in una crisi enorme. Qual è lo sviluppo che la politica vuole immaginare per il futuro? Fare finta che vada tutto bene non è la soluzione.
Noi siamo fortemente preoccupati – continua Spina – altri paesi sono già pronti sull’elettrico. Noi, invece, rischiamo di arrivare secondi, se non terzi, e rischiamo di non cogliere l’opportunità della riconversione. Vogliamo preoccuparcene adesso o vogliamo pagare le conseguenze domani?»
A Zonalocale è intervenuto anche Emilio Di Cola, segretario provinciale Filctem Cgil, che ha sottolineato una lenta ripresa delle aziende dopo la crisi pandemica.
«Il Covid-19 è arrivato in un momento in cui l’economia del territorio stava reagendo alla crisi del 2009. L’automotive, in particolare, fatica ancora a replicare i numeri di quattro anni fa. Diverso invece il discorso legato ad altri settori. Ci sono altre realtà – dichiara Di Cola – come la Puccioni o alla Thor Sud che stanno riprendendo delle commesse che toccano quasi i numeri del passato».