PESCARA – Ancora un altro caso di aggressione nelle carceri dell’Abruzzo. Resta altissima la tensione sul territorio. Lo denuncia da tempo il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe). Le carceri regionali sono oggi affollate da oltre mille 800 detenuti. L’ultimo episodio è avvenuto sabato scorso, all’interno della struttura detentiva di Pescara.
«Ennesima giornata di criticità nella casa circondariale di Pescara, – ha raccontato Donato Capece, segretario generale del sindacato – dove un detenuto ha dato improvvisamente in escandescenza e ha aggredito due poliziotti con uno sgabello di legno, tanto che uno ha subìto la frattura di alcune dita. Ogni giorno succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre».
«Le carceri – ha precisato Capece – sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di chi ha creduto di allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari dove mettere i detenuti con problemi mentali, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario».