VASTO – «La nostra società vince quando ogni persona o un gruppo sociale si sente veramente a casa»., è una frase pronunciata da papa Francesco in un discorso tenuto durante il viaggio apostolico in Ecuador nel 2015.
«L’Alto Vastese – scrive Lucia Desiati – è un territorio in provincia di Chieti situato nell’entroterra dove molti paesini brillano per i loro castelli e i loro antichi campanili davvero interessanti. Nonostante lo spopolamento stia caratterizzando questi luoghi, è necessario applaudire alcune associazione culturali composte da imprenditori e da comuni cittadini di paesi limitrofi che si stanno adoperando per valorizzare la vallata del Trigno ed altri borghi in Abruzzo e Molise avendo in comune gli stessi obiettivi. Il fenomeno di deurbanizzazione era già noto ai tempi dei Romani che lasciavano le campagne per trasferirsi verso l’Urbe. Cambiamenti che l’umanità ha già affrontato».
«Si è parlato molto del recupero delle aree interne e dei borghi ma non ci sono stati ancora interventi importanti atti a concretizzare questo obiettivo, – sottolinea -. L’invito del ministero della Cultura alle Regioni e alle associazioni è quello di provare un’imprenditorialità a lungo termine tenendo conto delle problematiche socio economiche dei borghi assicurando interventi efficaci per vincere la sfida del ripopolamento. Nella “Somma Teologica” di San Tommaso d’Aquino si ribadisce che una legge giusta deve garantire pari diritti tra gli individui. Effettivamente non si possono cancellare i momenti e ricordi di vita contadina dove l’aratura e la trebbiatura erano veri e propri riti ed una sana socializzazione diveniva naturale».
«È interessante ricordare anche le feste patronali – aggiunge Desiati – che ancora oggi fortunatamente sono in auge e attirano i turisti per conoscere le tradizioni popolari, le quali si distinguono saggiamente con caratteristiche diverse in ogni singolo paese. Un interesse particolare è da evidenziare per la manifestazione religiosa dell’Infiorata che si svolgerà in data 11 giugno 2023 a Carunchio. La sua origine si perde nella notte dei tempi ed è una tradizione che si svolge in occasione del Corpus Domini. Dove con una raffinata abilità artigianale – conclude – i maestri infioratori svolgeranno un lavoro certosino, aiutati dagli stessi abitanti del paese, dando luogo a stupore e meraviglia nell’ammirare strade e viuzze del borgo ricoperte di mosaici floreali».
Una vera tradizione non è la testimonianza di un passato concluso, ma una forza viva che anima e informa di sé il presente (Igor Stravinsky).