di Nicola D’Adamo
VASTO – Qualche anno fa a Vasto andava di moda la frase “Noi che amiamo la Bellezza”. Una enunciazione suggestiva che nelle intenzioni avrebbe dovuto stimolare noi tutti, a partire dai nostri amministratori, a dedicare del tempo alla ricerca del Bello. E soprattutto a porre in essere azioni che portassero alla piena armonia con l’ambiente che ci circonda.
Ma come tutti sanno: “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. E quindi non si è andati oltre la pura enunciazione del concetto. Dimostrazione ne sono i tanti luoghi con aspetti degradati del centro storico e dei nostri quartieri a cui nessuno fa più caso, perché purtroppo “il nostro occhio si abitua alla bruttezza”.
Così nessuno fa più caso alle catapecchie diroccate del Carmine, a due passi dal Comune, in quello stato da oltre trent’anni; agli scarabocchi sul muro di Palazzo di Città; all’abbandono totale del palazzo Genova Rulli in via Anelli e suo giardino napoletano; alle ville dei d’Avalos in totale rovina (Villa cipressi, Villa Frutteto, Ex Orfanotrofio al Palazzo della Penna, i resti di Villa Canale, ecc.); ai manifesti abusivi di circhi o altro sui muri della città, e tant’altro ancora.
Sta di fatto che il degrado è percepito solo da chi ha un “modello di bellezza” depositato in memoria e nota subito se c’è qualcosa che non collima con il suo ideale di Bellezza.
L’esito però è che se tutti passiamo davanti alla chiesa del Carmine con l’elegante facciata della scuola del Vanvitelli e non ci dà fastidio la brutta vista delle catapecchie diroccate lì a fianco, vuol dire che nessuno di noi ha il culto del Bello. E questo è un male per la città, perché se il degrado rientra nella “normalità”, significa che oramai ci siamo abituati alla “bruttezza”.
Può una città turistica come Vasto, capofila della meravigliosa Costa dei Trabocchi, permettersi una cosa del genere? Noi crediamo di no, perché la percezione del turista è molto più acuta della nostra. E non vorremmo che venga fuori di nuovo il famoso detto che “Vasto è come bellissima donna che però ha delle vistose macchie di olio sul vestito“.
“La bellezza salverà il mondo” diceva Fëdor Dostoevskij. Importante quindi è ricercare il Bello che significa saper cogliere quel qualcosa che ci arricchisce, ci completa, ci fa provare emozioni. Anche perché la Bellezza fa bene alla persona, alla comunità, al Paese.
Crediamo quindi che sia doveroso lanciare un nuovo progetto di “Noi che amiamo la Bellezza”, magari coinvolgendo Associazioni e cittadini che possono realizzare o segnalare al Comune interventi piccoli e grandi per ridare lustro alla città prima della stagione estiva.
Sottoscrivo in pieno ogni singola parola e concetto. Tra le altre cose, BELLEZZA porta anche BENESSERE FISICO (è dimostrato scientificamente), SOCIALE ed ECONOMICO (come ci insegnano le amministrazioni che sanno fare turismo, ad esempio).
Sono nato e cresciuto, nel quartire sottostante “la cavuta”, di frnte al Teatro Rossetti..
Per andare a scuola, tutte le mattine, passavo di lì, C.so Marchesani, che era, con C.so Dante, C.so Palizzi il centro commerciale di Vasto quindi guadagnavo, la Piazza, per raggiungere i Palazzi scolastici. Un ricordo meraviglioso, nel contempo, desolante e mortificante comparato al loro stato attuale, di abbandono ed incuria.