VASTO – La giudice del lavoro del tribunale di Vasto, Silvia Lubrano, con la sentenza del 12 aprile scorso ha accolto il ricorso proposto da C.N., assistito dagli avvocati Carmine Di Risio e Marialucia D’Aloisio, dipendente della Pilkington ed ha accertato che il ricorrente è stato “illegittimamente” sospeso dal servizio e collocato in Cigs (Cassa integrazione guadagni straordinaria) a zero ore. Lo fanno sapere con una nota i legali di difesa.
“La giudice – si legge nella nota – ha assunto tale decisione dopo aver evidenziato che i criteri adottati per la scelta dei lavoratori da porre in Cigs ‘sono del tutto generici, opinabili e non obiettivi, e, oltretutto, non è dato comprendere quale sia l’ordine di priorità tra essi. Ciò determina la conseguenza che, di fatto, i criteri pattuiti rimettano al mero arbitrio della Pilkington la scelta dei lavoratori prima da sospendere e poi da ricollocare, senza che di questa sia possibile una valutazione di conformità tra quanto stabilito in sede alla procedura di CIGS e quanto effettivamente posto in essere dal datore nella successiva fase esecutiva”.
Il lavoratore in cassa integrazione dal mese di settembre 2019, dovrà essere quindi risarcito così come stabilito dalla giudice che ha condannato la Pilkington “al pagamento, – conclude la nota – in favore del ricorrente e a titolo di risarcimento del danno, di una somma pari alla differenza tra la retribuzione che gli sarebbe spettata per il predetto periodo qualora fosse stato inserito tra i dipendenti collocati nella rotazione e il trattamento di integrazione salariale percepito nel corso della Cigs, oltre alla maggior somma tra interessi legali e rivalutazione monetaria, dalla proposizione del ricorso al saldo”.
“La sentenza afferma un principio importante, – ha dichiarato l’avvocata D’Aloisio – vale a dire quello di far venire meno l’assunto dei 55 esuberi come anticamera di un futuro licenziamento. Prevede infine un’attività risarcitoria per danni sia di natura economica sia professionale”.