BOMBA – In una nota l’Associazione Comuni Sangro Aventino (ACSA) fa sapere che ha organizzato nella giornata di ieri nella sala del Museo etnografico di Bomba, “un’assemblea pubblica per chiedere l’assegnazione della concessione della grande derivazione per uso idroelettrico Sant’ Angelo. I comuni del territorio contestano al gestore il mancato dragaggio dei laghi di Bomba e Casoli ed il rilascio del deflusso minimo vitale“.
L’associazione chiede l’avvio di un percorso di rinegoziazione delle modalità di gestione del bene pubblico acqua e di sviluppo dell’importante infrastruttura di produzione di energia da fonte rinnovabile, in linea con i principi della transizione ecologica e degli impegni sottoscritti nel PNRR. La concessione Sant’Angelo, – spiega la nota – che comprende i laghi di Bomba e Casoli e la centrale di Altino, è scaduta da più di 10 anni e la nuova legge regionale (9 giugno 2022, numero 9) ribadisce che la proprietà di tutta l’infrastruttura è della Regione“.



“Quest’ultima – aggiunge l’ACSA – fornisce lo strumento per procedere al suo rinnovo, ridefinendo gli obblighi e le limitazioni gestioni, prevedendo l’uso plurimo delle acque e nuove ed importanti compensazioni ambientali, economiche ed energetiche per i Comuni interni e montani che hanno pagato un prezzo pesantissimo con la realizzazione dell’opera. In materia di concessioni di grande derivazione idroelettrica l’Italia, poi, sottoscrivendo il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), si è impegnata a ‘modificare la relativa disciplina al fine di favorire, secondo criteri omogenei, l’assegnazione trasparente e competitiva delle concessioni medesime, anche eliminando o riducendo le previsioni di proroga o di rinnovo automatico, soprattutto nella prospettiva di stimolare nuovi investimenti. Il PNRR è ispirato ai principi della transizione ecologica i cui 5 punti chiave sono: le fonti energetiche rinnovabili, l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, la mobilità green a zero emissioni, lo stop alle trivelle per l’esplorazione dei combustibili fossili, la tutela dell’ambiente e della biodiversità“.
“Condividendo queste linee di sviluppo del Paese, – precisa la nota – i comuni del Sangro Aventino chiedono una nuova gestione e investimenti sull’impianto idroelettrico con maggiori ritorni per il territorio e ribadiscono la loro contrarietà all’ennesimo progetto di coltivazione del giacimento di gas naturale ‘Colle Santo’, istanza contro cui si sono battuti dal 2010. Il territorio soffre di carenza di acqua per il consumo umano e per l’irrigazione dei campi e chiede una gestione più oculata del bene pubblico sempre più prezioso in futuro, al fine di subordinare l’impiego per la produzione di energia a quelli primari. Per le amministrazioni locali la salute dei cittadini, le attività agricole ed artigianali, le produzioni enogastronomiche ed il turismo sono più importanti degli interessi economici delle grandi multinazionali”, conclude la nota.



“Quello dell’idroelettrico – ha commentato Sara Marcozzi, la consigliera regionale indipendente e presidente della commissione d’inchiesta sull’Emergenza idrica, – è uno dei tanti argomenti che rientrano nella gestione dell’acqua nel nostro territorio, che coinvolge la carenza idrica e la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Due temi dirimenti per il nostro futuro. L’istituzione della commissione “Sistema idrico integrato e cambiamenti climatici” in Consiglio regionale, da me richiesta – ha sottolineato la consigliera regionale – il mese scorso, è fondamentale per affrontare una volta per tutte anche questo argomento, e farlo con una visione d’insieme. L’Abruzzo è uno, l’acqua è una. Bisogna lavorare a tutela dei diritti economici e ambientali dei territori. Eppure, nonostante a parole sembrino tutti favorevoli, non viene ancora né discussa né approvata. Una perdita di tempo e di risorse che fatico a comprendere“.
“Non si possono poi dimenticare i sovracanoni BIM, – ha aggiunto – da versare ai Comuni montani. Una battaglia che ho già avuto modo di affrontare nel 2017 al fianco del compianto Alfredo Salerno che, partendo dal piccolo Comune di Fallo, ha portato alla chiusura di un accordo da 3 milioni 700mila euro a favore di 60 Enti. A questi si aggiungono poi gli onerosi lavori di dragaggio degli invasi, che devono rimanere a carico dei concessionari uscenti. Tante partite aperte, tutte da giocare indossando la maglietta dell’Abruzzo“.