di Nicola D’Adamo
VASTO – A Pasqua in tutto il mondo si parla di pace. Ma purtroppo chi deve sentire non sente. E questo è il secondo anno con un conflitto bellico vicino a noi, ripiombato di nuovo dopo gli anni bui della Seconda guerra mondiale. Il brutto è che non s’intravede alcuna via di uscita.
Questo si riflette sullo stato d’animo di tutti, trasmettendo un velo di tristezza ed una sensazione di impotenza di fronte a fatti più grandi di noi.
Questa situazione ci porta a vivere “alla giornata”, anche a livello locale. E soprattutto a rinunciare a discorsi di prospettiva, di visioni, di programmazione a lungo termine.
Si assiste solo a scaramucce tra gruppi politici locali, che in piccolo anche loro guerreggiano. Ma anche in questo caso per il bene della comunità c’è bisogno di pace. Anche perché l’ospedale, il porto, il tribunale, l’impianto di trattamento rifiuti, le piste ciclabili, i servizi vari al cittadino e via dicendo non hanno colore politico.
L’auspicio è che si seggano tutti attorno ad un tavolo e definiscano di cosa ha bisogno la nostra città oggi domani e dopodomani. Vasto e il suo comprensorio hanno grandi potenzialità, ma bisogna alzare il livello del dialogo e cercare di eliminare gli interessi di bottega.
Si deve definire un buon piano di sviluppo a lungo termine, per cui bisogna assolutamente elevare il tono del dibattito politico e soprattutto pensare in un’ottica di territorio, di area vasta, magari anche allargando a tutta la Costa dei Trabocchi. Da soli non si va da nessuna parte. Questa è la strada da percorrere se vogliamo bene alle nostre comunità: lungimiranza, dialogo, pace, inizio di una nuova vita.
Questo è il nostro messaggio e il nostro auspicio. Buona Pasqua a tutti!