VASTO – Oggi la liturgia ci fa accompagnare Gesù che entra solennemente a Gerusalemme a dorso d’asino.
Immagine forte di quella regalità che con si impone con la violenza, quella regalità che si manifesta con la mitezza. E le folle osannano Gesù, “Osanna al figlio di Davide“. Dunque, un titolo messianico: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore“.
Le premesse sembrano eccellenti. Eppure la storia non andrà a lieto fine perché quelle stesse folle si tireranno indietro. Anzi, non sapranno difendere e diventeranno accusa contro Gesù maestro.
Sta di fatto che la liturgia, dopo quell’ingresso solenne e quella manifestazione d’amore e mitezza, ci fa accompagnare Gesù attraverso l’evangelista Matteo in quei luoghi della Passione e del Cenacolo, a poi il tradimento in Getsemani e poi la consegna nelle mani dei potenti degli Ebrei e PIlato, fino a quando Gesù, abbandonato da tutti, è crocifisso e muore.
Muore sepolto e la pietra sarà sigillata. Quel Sepolcro sarà controllato dalle guardie del Tempio, quasi a dire: “Vogliamo essere sicuri di aver chiuso il capitolo ‘Gesù di Nazareth’ e di non avere più problemi, di poter stare tranquilli.
Ma come si può rimanere tranquilli quando si soffoca l’innocente, quando si cerca di mettere a tacere la propria coscienza?
Questa domenica è caratterizzata proprio da un percorso facendo esperienza di quel dolore di Cristo che però rimane fedele a un progetto più grande: tradito, Egli non tradisce. Abbandonato, non ci abbandona e trattato ingiustamente. Egli continua a rispondere con amore.
Ed è la bella notizia di questa domenica in cui tutti vogliamo riportare a casa un ramoscello d’ulivo, ma forse dimentichiamo che la pace ha sempre un prezzo: quella dell‘onestà, della ricerca della verità, della giustizia, quella della capacità di stare con gli ultimi. Come ha fatto Gesù che ha scelto l’ultimo posto e non è sceso dalla croce.
Tipico di Matteo è proprio l’aver descritto questi soldati e il sigillo sulla pietra tombale, quasi a dire “Deve essere così!” e tutto ciò che vorrebbe fermare l’amore, sarà in qualche modo rovesciato.
Coloro che avrebbero dovuto testimoniare che Gesù era semplicemente morto, saranno i primi a dire la verità anche se – per piacere ai potenti – taceranno. Dovranno in qualche modo nascondere quello che è l’annuncio pasquale.
E noi cosa facciamo oggi? Seguiamo Gesù e ci facciamo dire che la verità sull’amore che trionfa, sul bene di Dio che viene riversato nei nostri cuori oppure abbandoniamo Gesù, la Via della verità e della giustizia?
Che oggi il Signore ci conceda di rimanere fedeli alla nostra coscienza abitata dalla grazia.
Buona domenica a tutti!