VASTO – “Non in tutte le scuole avete questa opportunità, guardando il programma di queste Giornate, la tematica scelta, gli incontri svolti, rilevo con molta soddisfazione che date valore alle cose importanti”, così Kento ha esordito rivolgendosi agli studenti presenti nell’Auditorium del Liceo Artistico. Il rapper Francesco Carlo, in arte Kento, ha partecipato oggi 30 Marzo, all’evento del Polo Liceale Pàntini-Pudente, nella Giornata dedicata al dono del talento. All’attivo 10 dischi, 3 libri, un blog sul Fatto Quotidiano, laboratori di scrittura e attività sociali e culturali di rilievo premi e riconoscimenti.
Kento si impegna molto come musicista e come essere umano, e questo gli viene riconosciuto. Il rapper è stato il primo a ricevere il Premio cultura contro le Mafie, premio speciale al Tenco, Premio ANPI, Premio Casa memoria Felicia e Peppino Impastato, autore e interprete di Entra nel Cerchio una serie di Rai Gulp e autore e insegnante di scrittura creativa nelle carceri minorili. “Insegno loro” – dice il rapper – “ad esprimere i sentimenti ma anche a coltivarli, a crearne di validi, attraverso la musica, la cultura. Andrebbero riviste le procedure di correzione che non possono dipendere solo dal Carcere o dalle sentenze. Alcuni ragazzi appena fuori, non trovano nulla, se non la stessa, identica strada, che li ha condotti lì”. L’ascolto di “Perdere e prendere” canzone incisa con i ragazzi dell’IPM di Catanzaro, ha mostrato come la musica superi le barriere, anzi le barre, di un luogo di detenzione.
Trait d’union con la musica come terapia e come benessere, l’intervento musicale e non solo, della talentuosa cantautrice Lara Molino, che attraverso le sue canzoni, sperimenta con la chitarra e l’armonica a bocca, forme di narrazione musicale, che traggono spunto dalla tradizione locale e internazionale e dalla sua profonda sensibilità. Fino ad oggi ha composto 180 canzoni e inciso diversi dischi. È docente dei corsi di Canto Moderno e Chitarra presso l’Associazione Culturale “Nonsolomusica” di San Salvo. Insegnante del Corso di Chitarra presso l’Università delle Tre Età di Vasto, ha ottenuto riconoscimenti nazionali ed esteri, ha aperto i concerti di Gianni Morandi e Claudio Baglioni. Dedica il suo dono e il suo talento al servizio degli altri, ai ragazzi in difficoltà, attraverso progetti, musicoterapia, associazioni, come quella dedicata all’autismo. “Casche la lìve”, la canzone abruzzese ripresa da Modugno in Amara Terra mia, ha emozionato tutti. La storia di amore ed emigrazione ha ricondotto, il dono alla Xenìa, al legame con la propria terra che chiunque porta con sé.
A concludere l’ultima Giornata della decima edizione, accolto da un’ovazione, l’attore Domenico Galasso, che con il “Mestiere dell’attore” ha estasiato i presenti. Attraverso il suo dire e la sua gestualità, la sua capacità prossemica, ha condotto l’uditorio in una vera e propria performance in cui il tema centrale rimaneva il dono del talento che va curato e coltivato, affermando infatti che “Tutto proviene dal lavoro, dallo studio, dalla preparazione”. Attraverso le sue letture, da Loss a Dante, le sue escursioni sulle parole del Sommo Poeta che costruiscono panorami acustici, il forte rilievo sulla comunicazione e sulla valenza del linguaggio del corpo, Galasso, con estrema bravura, ha spiegato che è necessario impegnarsi per rendere un verso eterno, per saperlo leggere e trasmettere. “Studiare vuol dire appassionarsi e l’atto creativo è un atto impegnativo. Il talento non può essere indotto” ma non è nemmeno solo una dote. L’arte prende dalla vita e poi la trasforma, la trasfigura. Per farlo, bisogna essere preparati. L’attore, oltre che fondatore del Piccolo Teatro Orazio Costa di Pescara, è docente di Lettura interpretativa e dizione all’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti e Pescara. Ha recitato in diverse serie televisive come Don Matteo, Squadra Antimafia e Mare Fuori.
I ragazzi, non hanno potuto evitare tra le tante domande, di chiedergli del figlio, Nicolò Galasso, e di come fosse diventato anche lui attore, interprete nella famosa serie Mare Fuori, nella quale ha recitato proprio accanto al padre. “A nove anni mi chiese come regalo la Divina Commedia, poi sperimentò altre cose, studiò il violoncello; in seguito mi disse: voglio fare l’attore”. L’invito rivolto ai ragazzi è stato quello di studiare, impegnarsi, sperimentare, e “citando Machado, la strada si fa camminando”, ha così concluso Domenico Galasso. Ad allietare una giornata così ricca di spunti, approfondimenti, curiosità e talenti, anche questa volta ereditari, di padre in figlio, Gianpiero Barbati e suo figlio Luca, al sax e al pianoforte.