PESCARA – La legge regionale numero 10 del 15 febbraio 2023 entrerà in vigore il 21 agosto e disciplina il sistema turistico in Abruzzo, sostituendo una serie di norme previgenti.
Tra le novità, cammini, sentieri ed itinerari turistico-culturali e religiosi ma la norma dimentica curiosamente il turismo in bicicletta, fatta eccezione per la possibilità di inserire, tra le denominazioni delle strutture alberghiere, quella di “bike hotel“, se la struttura è situata in prossimità di un itinerario cicloturistico, con offerta di peculiari servizi turistici e dotazioni. Lo sottolinea con una nota Giancarlo Odoardi, coordinatore Fiab Abruzzo Molise
“Per il resto, – afferma – nella Regione che si vanta di avere la pista ciclabile più lunga d’Europa (cosa, tra l’altro, non vera), e che promuove le poche decine della Via Verde della Costa dei Trabocchi (dimenticando i tratti pescaresi e teramani) come un’eccellenza che dovrebbe attirare migliaia di cicloturisti, la nuova legge non dedica una riga su itinerari cicloturistici e promozione del turismo in bicicletta“.
Eppure, con la collaborazione della Fiab e il lavoro dell’Università di Pescara, la Regione aveva iniziato a predisporre il Piano regionale della mobilità ciclistica, (Prmc) previsto da una legge regionale del 2013 e da quella nazionale del 2018. “Piano – continua Odoardi – poi mai concretizzatosi ma quanto mai urgente, anche in funzione di una reale promozione del turismo in bicicletta e degli spostamenti quotidiani sulle due ruote a pedali. Sempre la Regione, in accordo con Fiab, ha promosso la rete Abruzzo Bike Friendly, che nella nuova legge non viene assolutamente menzionata, rete da potenziare per creare una sistema di strutture di supporto al turista in bicicletta“.
“Purtroppo – aggiunge il coordinatore interregionale Fiab – questa mancanza denota il fatto che in Regione c’è uno scollegamento tra le politiche delle infrastrutture e quelle turistiche, e non si riesce a coordinare le varie azioni di competenza delle singole direzioni, tendendo ad un obiettivo comune. Fiab, quindi, chiede che la norma venga aggiornata, prima della sua entrata in vigore e che venga urgentemente approvato il Piano regionale della mobilità ciclistica (Prmc) e la Rete ciclistica regionale (RCR), completa delle strutture di supporto ai ciclisti”.
I tempi previsti dalla legge del 2018 per l’approvazione del Prmc sono 365 giorni, cioè un anno, dalla data di pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Piano generale della mobilità ciclistica (Pgmc), avvenuto lo scorso 13 ottobre. Il Piano va poi sottoposto al dicastero di riferimento entro i 10 giorni successivi.
Altre Regioni, come il Veneto, la Lombardia, la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia, hanno già predisposto i loro piani. “È necessario – conclude Odoardi – che la Regione istituisca un Servizio specifico, con competenze intersettoriali, che possa gestire tutte le materie attinenti alla mobilità ciclistica ed il turismo in bicicletta, dalle infrastrutture alla comunicazione alla promozione, in modo da poter far decollare, finalmente, l’Abruzzo come Regione ciclistica“.