LANCIANO – Con la sconfitta di ieri pomeriggio, il Lanciano ha salutato amaramente il campionato di Eccellenza. Una retrocessione annunciata, senza ombra di dubbio.
Ma l’onta che l’intera piazza frentana è costretta a subire con questa debacle sarà difficile da cancellare. E poco importa del futuro, perché con gli stessi dirigenti sarà un continuo peregrinare.
Dalle dimissioni di Cianfagna-Miccoli, all’esonero di Daleno, dal ritorno di Bellè, al Daleno bis: situazioni ambigue al cospetto di una rosa costruita senza né capo né coda da una società limitata e priva di carisma.
Terminata la stagione, arriva il tempo delle riflessioni. Per tutti. Cosa si vuole fare del Lanciano? Il patrimonio umano e tecnico, soprattutto guardando alle realtà limitrofe, non manca. Il problema, però, sarà trovare una soluzione che accontenti tutti.
Il Lanciano in Promozione è una condanna per gli sportivi del territorio, un fardello pesante per l’intero ambiente e per i tifosi, ancora in attesa di un riscatto dopo la delusione di sette anni fa.
Ora la palla spetta alle istituzioni: coinvolgere il tessuto imprenditoriale e fare leva sull’orgoglio cittadino. Toccato il fondo non si può che risalire.