VASTO – Sono i quattro soggetti che s’incontrano nel Vangelo di Giovanni. Siamo in una terra straniera, nella Samaria, nella zona in cui vivevano quei scismatici, secondo i giudei, coloro che avevano delle tradizioni, persino un luogo di culto, un monte di riferimento diverso dagli ebrei purosangue. Eppure c’è una donna che va al pozzo a mezzogiorno, sperando di non incontrare nessuno e si accorge di avere un appuntamento con Gesù. Lui la aspettava lì con un bisogno, una povertà.
Gesù nel Vangelo di oggi ci si presenta stanco dicendo alla donna: “Ho sete“. Ecco, questa donna si meraviglia che uno straniero parli con lei, ma come può essere Gesù straniero, quel Gesù che ha voluto sperimentare la nostra stessa fame e sete ed è lo stesso che si rivelerà a quella donna “acqua viva” che davvero disseta per sempre. Si parte sempre dal riconoscersi fratelli in cammino, dalla capacità di ascoltare quel bisogno, il vuoto, la sete, la fame dell’altro per riconoscersi davvero uniti da un unico amore…
Non è un uomo qualunque, capace di guardarla dentro senza giudicarla… colui che può riempire di senso anche il suo passato, tutta la sua storia. Colui che in fondo le dice che fino ad oggi ha cercato amore e forse non l’ha potuto incontrare, perché le è mancato davvero quell’appuntamento a mezzogiorno, con Gesù.
Questa donna è sorpresa corre dai suoi e dice: “Ho trovato un uomo che mi ha detto tutto della mia vita, che non sia il Messia. E così si fa davvero apostola, lei che è donna straniera perché sentendosi amata e accolta, nutrita da quello sguardo diverso sa raccontare quell’esperienza agli altri samaritani che tratterranno Gesù per due giorni e diranno: “Adesso davvero abbiamo conosciuto, abbiamo creduto che Egli è davvero il Messia“.
Sì, carissimi, il Signore non ha paura di incontrare nessuno di noi e sa ascoltare quella sete profonda senza però negarci che Egli è la vera acqua, l’acqua viva che ci può dissetare.
Buona domenica a tutti!