VASTO – Zonalocale ha intervistato Cinzia Minotti, che insieme a Giuseppe Ponzo ha fondato il progetto Alberi Sonori.
Questa iniziativa porta avanti con tenacia l’emozionante repertorio del sud Italia. I paesaggi festivi della tarantella si alternano all’espressione appassionata, intima e onirica del canto popolare. Tra interpretazione e creazione, i musicisti propongono un vasto repertorio che è parte di una tradizione viva e in continua trasformazione, ancora capace di parlare all’irrequieta sensibilità contemporanea. Il canto è declinato in diversi dialetti e si unisce al suono di tamburi e strumenti a corda e a fiato.
I musicisti che partecipano al progetto sono:
– Cinzia Minotti: voce, tamburi a cornice, percussioni, flauto armonico;
– Giuseppe Ponzo: chitarra battente, lira calabrese, mandolino, organetto diatonico, flauti tradizionali, marranzano;
– Chiara Scarpon: voce, chitarra, tamburo, illustrazioni e gestione grafica del gruppo;
– Charlotte Espieussas: voce, organetto cromatico e percussioni;
– Matteo De Bellis: mandola, mandolino, oud, flauti tradizionali, marranzano;
– Valeria Vitrano: voce.
“Il progetto, nato nel 2010 – spiega Cinzia Minotti, contattata dalla redazione -, non è stato scritto a tavolino, ma è stato il risultato di un concatenamento di scelte, seppur a volte incoscienti, ed eventi, spesso imprevisti, della vita”.
“Mi sono avvicinata alla musica tradizionale, di maniera più attiva, un po’ tardivamente – prosegue – intorno al periodo universitario e fu grazie a Giuseppe Ponzo, che già da molto più tempo di me era immerso in quest’universo. Lui, seppur discretamente, rappresenta “la materia viva” di questo progetto. Partner nella vita e sulla scena, la musica tradizionale ha sempre marcato, tra alti e bassi, questi anni trascorsi insieme, cucendo insieme i tasselli di vite ordinarie, come molte ce ne sono nel Sud Italia.
- Quando all’inizio era gioco per le strade e i locali di Bilbao, in Spagna per pagarsi un affitto e da mangiare o per non pensare al fatto di non sapere cosa farsene di cinque anni di università.
- Quando era compagna nelle piazze nascoste ed isolate di Barcellona, in cerca di un “lavorio serio”.
- Quando era momento di sfogo per un lutto paterno inaspettato, per la solitudine o quel senso di disadattamento, smarrimento e disappartenenza.
- Quando era momento di condivisione, di scambio e di apprendimento tra amici o nelle occasioni di feste e ritualità tra Calabria, Molise, Abruzzo, Puglia, Campania.
- Quando era l’idea e l’entusiasmo di un primo vero progetto musicale professionale: “I CURAKANTA”.
- Quando la voglia di “impregnarsi” di certi universi sonori, mi portò a vivere alcuni anni nelle Puglie. Qui il secondo incontro cruciale con la Specimen Teatro di Lecce (scuola di teatro, danza e musica popolare), ha trasformato queta terra in una seconda casa ed ha, in buona parte, marcato soprattutto il mio percorso artistico musicale.
- Quando hanno preso posto il senso di un nuovo radicamento e la voglia di guardare con occhi nuovi al Molise facendo nascere il progetto “Alberi Sonori” tra collaborazioni e iniziative varie legate soprattutto al territorio.
- Quando, dopo anni, la rassegnazione, l’esasperazione e la frustrazione di non avanzare, seppur in modo semplice, in un lavoro che lavoro non è considerato, ci ha portati a cambiare rotta.
- Quando nel 2018 il progetto approda in Francia, continua il suo percorso, si evolve e intreccia nuove collaborazioni.
“Non vorrei tralasciare il fatto che – spiega Minotti – il progetto Alberi Sonori racconta, sin dall’inizio delle sue collaborazioni, anche una storia di incontri umani in cui le idee e i percorsi artistici di ciascun musicista si sono sempre intersecati con la materia sonora proposta. Tra alcuni collaboratori del passato: Chiara Scarpone, ancora oggi presente nel progetto, Emanuele Filella, Oreste Forestieri, Michele Di Paolo, Matteo Stringaro, Giuseppe Rossi”.
Nuovi collaboratori: Charlotte Espieussas, Matteo De Bellis e Valeria Vitrano.
“Vorrei spendere due parole – dice – per parlare nello specifico del lavoro artistico e intellettuale caratterizzato per sua natura da una discontinuità temporale, ma da una continuità legata alla formazione, all’aggiornamento, alla creazione. In Italia questo tipo di lavoro non è riconosciuto, se non in forma di precariato, o in formule poco chiare di lavoro dipendente o autonomo. I lavoratori dell’esperienza dell’essere in Italia producono ricchezza, un’immensa ricchezza, che non viene redistribuita equamente e manca una legge sul lavoro che ne definisca e riconosca i diritti e lo statuto sociale. Non so se, a distanza di qualche anno e soprattutto in seguito al Covid, che ancor più ha fatto emergere il precariato di questo lavoro, qualche passo in più è stato fatto. Ma ci sono realtà vicine, come appunto quella francese, verso cui si potrebbe volgere lo sguardo per trovare una strada possibile. Il sistema francese dell’intermittenza per gli artisti è un sistema specifico d’indennizzo che, seppur ancora in evoluzione, permette un’esistenza un po’ più serena di lavori nel campo della musica, delle arti sceniche, teatrali e tecniche del suono”.
“Trovare in queste righe un messaggio comune e un perché non è facile e allora mi affido alle parole di Antonio Infantino, tra i maggiori esponenti della musica etnica meridionale”:
“Non ci sono più paesi pieni di gente la cui economia ruotava intorno ad un modo di produzione agricolo-pastorale, ma paesi, villaggi, borghi, evacuati, che si svuotano giorno dopo giorno, andando senza sapere dove, girando e ruotando in cerca di opportunità, come mandrie transumanti in cerca di pascolo, sognando e costruendo un nuovo mondo, pagato mettendo a rischio la propria vita istante per istante. L’artista non fa che guardare come un’aquila dall’alto e focalizzare su quello che è il clima di questa epoca…che poi è la vita la grande arte…ovviamente uno poi se la gioca come può!”.
Per quanto riguarda i progetti in corso, uscirà a breve il nuovo album “TARANTOLOSA”: cinque anni di “trad actuel italien” nella “ville rose di Toulouse” e sul territorio francese per dar voce ad un sound plasmato dal background dei nuovi collaboratori.
Vincitori “dell’appell à candidature” di SILO “centre de création coopératif” in partenariato con circa 23 operatori del settore culturale tra festival, teatri e sale di spettacolo. Il progetto è dicato alla world/traditional music in Occitania per il finanziamento di nuove creazioni e accompagnerà Alberi Sonori in una nuova creazione dal titolo “MATIZIA – tempesta ammaliante”.
Sito : www.alberisonori.com
FB : https://www.facebook.com/alberisonori
Instagram: https://www.instagram.com/alberi_sonori/