VASTO – Si è tenuto stamane l’incontro dal titolo “A scuola di legalità” nel teatro Madonna dell’Asilo di Vasto, voluto fortemente dalle scuole secondarie di primo grado della città. Promotrici del convegno, le docenti Annamaria Dantes, Natalia D’Addiego e Marta Mancino, coadiuvate dalla dirigente scolastica del Comprensivo 1 “Spataro-Paolucci”, Eufrasia Fonzo.
Ospiti d’onore Piera Aiello, testimone di giustizia dal 1991 per aver denunciato la famiglia del marito, figlio di don Vito Atria, boss di Cosa nostra e Massimiliano Travaglini, referente dell’Abruzzo-Molise del gruppo “Agende rosse Falcone-Borsellino”, movimento fortemente voluto da Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo morto nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992.
Nel parterre autorità istituzionali e forze dell’ordine. C’erano l’assessore comunale all’Istruzione, Anna Bosco, l’onorevole Carmela Grippa, il vice questore aggiunto della polizia di Stato, Fabio Capaldo e la vice sovrintendente Paola Santacroce, il capitano della compagnia dei carabinieri, Domenico Signa, don Massimiliano della chiesa dei Salesiani-Don Bosco, Teresa di Santo, presidente di Emily Abruzzo e rappresentanti delle associazioni d’arma, carabinieri in congedo e dell’aeronautica. E poi tanti studenti, docenti e familiari per ascoltare la testimonianza di Piera Aiello e la riflessione di Massimiliano Travaglini con due video che hanno ricordato tutte le vittime della mafia, a partire dagli anni Settanta.
Piera Aiello è la prima donna ad essere stata riconosciuta in Italia “testimone di giustizia” e la prima a essere entrata in Parlamento con questa “qualifica”. La Bbc, la televisione inglese, l’ha inserita tra le 100 donne più influenti del mondo. Primati che l’hanno resa celebre al pubblico, dopo 28 anni vissuti con un falso nome e sotto scorta. “Non vedevo l’ora di tornare a chiamarmi Piera”, ha raccontato.
Massimiliano Travaglini si è definito “un cittadino qualunque” che dal 2007 ha come padre putativo Salvatore Borsellino, il fratello del giudice, che l’ha coinvolto nel movimento nazionale “Agende rosse Falcone- Borsellino” di cui oggi è referente interregionale per l’Abruzzo e Molise.
“Noi andiamo nelle scuole – ha detto Travaglini – per parlare di legalità, rispetto delle regole, del vivere civile quotidiano. In questa occasione mi è doveroso ricordare gli agenti della scorta uccisi negli attentati a Falcone e Borsellino. Ma anche ricordare Antonio Vullo, il poliziotto sopravvissuto in via D’Amelio – ha raccontato – perché, a differenza dei suoi colleghi, aveva invertito l’auto di scorta, pronta per la ripartenza“.
“Molti di loro sapevano di morire – ha aggiunto Travaglini -. Noi tutti siamo testimoni di giustizia. E poi vorrei ricordare Rita Atria, cognata di Piera Aiella, morta suicida a 17 anni, una settimana dopo la strage di via D’Amelio. “La picciridda di zio Paolo“, così la chiamava il giudice Borsellino, una ragazza nata e cresciuta in una famiglia mafiosa che ha avuto il coraggio di denunciare sull’esempio della cognata”.