ROMA – Salvare i trabocchi. “Trabocchi e Bolkestein, una soluzione a portata di mano” è il tema dell’incontro che si è svolto nel primo pomeriggio di ieri a Roma nella sala Matteotti della Camera dei deputati. Un incontro nato per cercare, insieme, una soluzione per stralciare i trabocchi dalla direttiva Bolkestein, che impone l’obbligo di affidare in concessione il demanio marittimo per scopi turistico-balneari, attraverso procedure di evidenza pubblica europee.
Alla riunione presenti parlamentari, assessori, consiglieri regionali, sindaci e rappresentanti di associazioni e del mondo economico e produttivo: da Rocca San Giovanni, Fossacesia, a Torino di Sangro, Vasto, Pescara e Giulianova. Presenti anche diversi traboccanti. Ad organizzare e coordinare i lavori, Walter D’Amario, presidente del “Comitato tutela trabocchi d’Abruzzo”.
Ad aprire gli interventi, con un saluto, il deputato Giulio Sottanelli: “L’unicità dei manufatti – ha detto – richiede l’applicazione di un regime speciale. Ribadiamo l’impegno a salvaguardia di questo inestimabile patrimonio. I trabocchi e i caliscendi rappresentano un’offerta turistica unica che deve coesistere con le leggi. Occorre stralciare quindi i trabocchi dalla Bolkestein, lavorando, anche in Parlamento, in maniera sinergica. Tra l’altro il numero di queste antiche macchine da pesca è irrisorio e non va ad impattare sulla concorrenza”.
“È vero che i trabocchi sono inseriti nel demanio pubblico, nel demanio marittimo, – ha precisato Diego De Carolis, docente di Diritto urbanistico al dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Teramo – ma non sono assimilabili agli stabilimenti balneari. Necessitano di concessioni ma debbono seguire procedure differenti. Sono ex palafitte frutto dell’ingegno umano, di gente che sfruttava le correnti per pescare e sopravvivere. Sono strutture storiche, già protette e valorizzate, insieme al contesto ambientale in cui sono collocate, da una legge regionale del ’94, e sono patrimonio culturale. Alcune di esse sono vincolate dalla Soprintendenza. Per queste loro peculiarità è la stessa Bolkestein che prevede che è possibile derogare dalla direttiva e lo si può fare quando si tratta di beni o di legittimi interessi che hanno un carattere generale e non meramente economico”.



I trabocchi come bene immateriale Unesco. “Sei regioni (Friuli, Abruzzo, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Puglia) presenteranno la candidatura a marzo 2023 per il riconoscimento di queste strutture – ha detto Giancarlo Pegoraro, direttore VeGal – che cambiano nome (diventando caliscendi, bilance, padelloni) e caratteristiche nei diversi territori. Una candidatura sostenuta e finanziata dal Fondo europeo per il mare“. Interventi che hanno portato D’Amario a chiedere al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, “un tavolo ristretto per redigere un documento da portare al ministro per le Politiche del mare, Nello Musumeci, e quindi dal governo, per un confronto tecnico e sostenere le ragioni dell’Abruzzo e dei suoi trabocchi”.
“La Regione sostiene con forza la lotta per escludere i trabocchi dalla direttiva Bolkestein, – ha concluso Marsilio – poiché non possono essere considerati alla stregua di una struttura ricettiva qualsiasi. Sono strutture uniche nel panorama culturale dell’Italia e della costa adriatica. La storia dei trabocchi è arrivata fino a noi grazie all’impegno di famiglie che, per generazioni, hanno saputo tramandare l’arte e la cultura necessarie a preservare queste antiche e delicate strutture, eccezionali per funzione ed ingegno”.