VASTO – L’associazione Servizi pubblici d’Abruzzo segue “con preoccupazione” l’evolversi della vicenda legata alla trasformazione del Civeta da consorzio a società in house providing.
“La contrapposizione politica – scrive in una nota il presidente Danilo Menna – che si era creata prima della trasformazione, anziché convergere verso un accordo, sta diventando sempre più dura. Alcuni Comuni hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo per l’annullamento degli atti e intendono continuare su questa strada”.
In questo contesto, l’associazione – che nasce per supportare gli enti pubblici nelle scelte strategiche ai fini del miglioramento dei servizi pubblici – ritiene di “sottolineare in questa vicenda che hanno tutti ragione: coloro che sostengono che la trasformazione andava fatta ma anche quelli che contestano lacune nello statuto societario. Sull’obbligo della trasformazione – prosegue la nota – c’è un aspetto che nessuno ha evidenziato e che forse avrebbe ‘ammorbidito’ la posizione di quelli contrari, ovverosia che la nuova normativa nazionale di settore, entrata in vigore il 31 dicembre 2022, prevede in materia di rifiuti solo tre modalità di gestione: gara, società mista o affidamento in house“.
“Non trasformare il Civeta in società in house – continua – avrebbe significato impedire lo sviluppo dell’Ente, cioè l’impossibilità di poter attivare nuovi servizi. In altre parole, la fine del Civeta. Riguardo alla questione statutaria, l’associazione sin da subito ha manifestato l’esigenza di apportare correttivi. Non solo, ha trasmesso gratuitamente agli enti interessati un proprio elaborato da utilizzare quale modello. Solo che il poco tempo non ha consentito un approfondimento adeguato da parte delle amministrazioni (ci si riferisce alla scadenza del 31 dicembre prevista dalla legge regionale). E su tale punto sembra che anche i sindaci “pro trasformazione’ siano d’accordo che sia necessario un percorso di miglioramento della governance. Dunque, la contrapposizione tra le parti può e deve essere superata”.
“Un Civeta – sottolinea il presidente di Servizi pubblici d’Abruzzo – funzionante ed efficiente serve ai cittadini, all’Agir, alla Regione, alle altre società pubbliche e agli operatori privati. Una controversia non serve a nessuno, fa perdere tempo prezioso e non risolve il problema. I sindaci del territorio hanno davanti due scenari: uno in cui si ricompattano e viaggiano insieme, l’altro che porta alla divisione e allo scioglimento nel giro di qualche anno. E, in quest’ultimo caso, la responsabilità politica ricadrà su tutte le parti. La politica deve assumere decisioni rapidamente e sulla base di informazioni complete, riducendo così il rischio di errate valutazioni”.
Per ulteriori informazioni sull’associazione – www.servizipubbliciabruzzo.com