TERMOLI – L’ufficio nazionale della Pastorale del turismo della Conferenza episcopale italiana ha pubblicato, nei giorni, scorsi il primo elenco dei Cammini di fede, una grande ricchezza non solo per la Chiesa ma per tutti i territori che, grazie ad essi, si valorizzano, si conoscono, danno la possibilità di godere e apprezzare la bellezza naturale, culturale, religiosa delle nostre diocesi e città.
Tra i cammini censiti, il Cammino dell’acqua che unisce i due santuari mariani di Cercemaggiore e Castelpetroso, inclusa la via Matris, cammino esperienziale di grande intensità interiore. L’ufficio regionale sta lavorando in totale sintonia con la Regione Molise per ottenere l’inserimento del Cammino dell’acqua anche nel catalogo nazionale previsto nel Decreto emanato dal ministero del Turismo.
Il Cammino dell’acqua che si estende per 60 chilometri, interessa ben 12 comuni e utilizza come linea ideale il tratturo Pescasseroli – Candela promuovendo diverse emergenze storiche, artistiche, ambientali e religiose. L’auspicio è che si possa arrivare in breve tempo ad ottenere l’iscrizione nel catalogo nazionale e l’omologazione del percorso nei Cammini d’Europa.
Per quanto concerne il nostro territorio, il turismo lento, esperienziale, di comunità è il segmento che può dare ritorni alle nostre comunità ed essere strumento per una rigenerazione sociale delle aree interne. Ma il tema cammini, soprattutto quelli a sfondo religioso e di fede, stanno destando l’attenzione di tanti “speculatori” tanto da indurre il direttore nazionale della Pastorale a dire: “Giù le mani dai Cammini che vanno custoditi, valorizzati con il coinvolgimento della comunità e non strumento di mera speculazione con danni per il territorio”.
Per questo motivo l’Ufficio della Pastorale ha invitato il decisore politico ad incoraggiare il turismo di comunità e della convivialità che pone al centro la persona e non il cliente.
“Abbiamo dovuto constatare, nostro malgrado, – ha detto il direttore della Pastorale turismo della Conferenza episcopale abruzzese-molisana (Ceam), Mario Ialenti – proposte su cammini religiosi e di fede formulate da società che hanno finalizzato le attività ad azioni di marketing dimenticando le direttive della Cei, il coinvolgimento delle diocesi e delle Regioni. In questo modo si blocca sul nascere lo sviluppo della rete dei Cammini”.
“È necessario, – ha concluso – per evitare distorsioni e speculazioni, far ripartire i tavoli tecnici nazionali e regionali previsti nel protocollo d’intesa firmato nel 2017 dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome e dalla Conferenza episcopale italiana per giungere nel breve periodo a poter approvare in ogni regione la legge per la disciplina dei Cammini”.