ATESSA – “La scelta dello spegnimento delle luci alle 5 del mattino, comprensibilmente disagevole nel periodo invernale, ha precisi motivi. Si tratta di una scelta non leggera che questa Amministrazione ha dovuto fare per fronteggiare il caroenergia. Il sacrificio, annunciato e motivato dall’aumento spropositato delle bollette, è stato spiegato e dettagliato in vari incontri pubblici, interviste, comunicati e avvisi di ogni genere. Due ore in meno, insieme con altre misure prese, non risolvono certo il problema, ma sono di aiuto”. Apre al confronto e risponde alle polemiche il sindaco di Atessa, Giulio Sciorilli Borrelli, dopo le polemiche scoppiate a seguito della decisione di ridurre le spese per la pubblica illuminazione.
“Il periodo in cui la misura di risparmio è stata applicata – prosegue il sindaco in una nota – è coinciso con il momento di maggiore aumento del costo dell’energia elettrica e di maggiore esigenza di illuminazione artificiale. Le ore da illuminare tra novembre e febbraio sono, infatti, più di 14 contro le 11 della media annuale”.
“I motivi di questa scelta sono chiari. Il Comune di Atessa ha visto crescere dell’87% le proprie spese per la pubblica illuminazione. Cosa avremmo dovuto fare? Tagliare i servizi o aumentare le tasse per lasciare le luci accese più di 14 ore invece di 12? Abbiamo deciso di optare per qualche risparmio. Questo, a differenza del parlare a vanvera, si chiama scegliere e amministrare”.
“La scelta delle fasce orarie, compatibili con l’operazione di risparmio, è stata fatta tenendo conto delle indicazioni del comitato per l’ordine e sicurezza della Provincia di Chieti, che il Prefetto dell’epoca ha istituito e diretto. Lo spegnimento delle luci in piena notte rappresenterebbe, questo sì, un pericolo per la sicurezza cittadina. La fase spreimentale dello spegnimento di due ore della pubblica illuminazione è stata, inizialmente, programmata dal 1° novembre al 31 dicembre 2022, così come comunicato in molteplici occasioni. Nonostante i vari e importanti aiuti del Governo nazionale, non sono stati coperti tutti gli aumenti ed è stato, pertanto, necessario proseguire provvisoriamente nella linea di risparmio. Le modifiche alle fasce orarie di illuminazione richiedono interventi manuali su tutti i quadri elettrici, circa 200, presenti sul territorio comunale perché gli impianti sono datati e non centralizzati. Non è come accendere e spegnere l’interruttore della propria casa. Ogni modifica della programmazione richiede tempo ed ha un costo”.
“Considerando, adesso, l’allungamento delle ore di luce naturale, e sulla base della preannunciata riduzione dei costi dell’energia, che dovrebbe essere certificata ufficialmente dall’ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), pensiamo di ripristinare a breve l’orario crepuscolare. Avendo rilevato segnalazioni, e critiche strumentali, su lampioni accesi o spenti in fasce orarie anomale, ricordiamo nuovamente che queste anomalie dipendono da lavori di manutenzione per guasti da riparare. La rete è vecchia e i cavi spesso danneggiati. L’impegno al rinnovo della rete è stato concordato in un contratto, spalmato lungo 25 anni, stipulato con una ditta privata nel 2011. Al gestore del servizio abbiamo contestato, più volte, inadempienze contrattuali e il ritardo nell’efficientamento energetico. Prima di arrivare a un contenzioso vero e proprio, avremo venerdì 10 febbraio un nuovo incontro con i vertici della ditta, dopodiché decideremo il da farsi”.
“Questi sono i fatti. Il resto – conclude il primo cittadino – fa parte del solito chiacchiericcio e della solita propaganda faziosa, che nulla hanno a che fare con gli interessi di Atessa”.