LANCIANO – Era finito nei guai nel mese di giugno 2021, dopo essere stato accusato di reati legati alla produzione e al possesso di materiale esplosivo, per cui diffondeva anche sui social dei tutorial per la preparazione. Secondo la Procura, inoltre, istigava alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico.
Ora è stato condannato a un anno un operaio 48enne, di Lanciano, incensurato e dipendente di una ditta del territorio.
Su di lui pendevano accuse gravissime. I reati che gli vengono contestati, infatti, erano tutti legati alla fabbricazione al possesso di armi ed esplosivo, erano tutti pesanti. Era stato accusato di “aver fabbricato e detenuto armi di guerra o tipo guerra, munizioni da guerra ed esplosivi; di aver fabbricato e detenuto materiale esplodente non riconosciuto e classificato dal ministero dell’Interno; di aver fornito istruzioni online, su diversi profili social, sulla preparazione e l’uso di questi prodotti; di aver detenuto abusivamente munizioni per armi comuni da sparo sia corte che lunghe con obbligo di denuncia, e tutta una serie di materiale esplodente, compreso dalle categorie previste dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza; per aver fabbricato e detenuto armi clandestine; per aver istigato alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico, tramite la pubblicazione di un video sulla propria pagina social”.
In un garage adibito a officina erano state rinvenute diverse centinaia di armi, o parti di esse, in grado comunque di essere una minaccia. Erano stati trovati poi un un fucile a pompa, una carabina artigianale ad aria compressa, un lanciafiamme artigianale, proiettili anche da guerra, polvere nera e fuochi d’artificio.
Alla fine è stata provata solo la fabbricazione di articoli pirotecnici. Sono cadute invece le accuse di fabbricazione di armi da guerra o di istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico. Nessun collegamento con ambienti terroristici è stato provato. Del caso si occuparono anche la Digos e la Direzione centrale della polizia di prevenzione antiterrorismo.
Il pm aveva chiesto invece quattro anni di reclusione e ora ha impugnato la sentenza per ricorrere in appello.