di Fabrizio Scampoli
VASTO – Liceo classico bocciato, mentre salgono le quotazioni per linguistico e liceo delle Scienze umane. Questo è quanto risulta dai dati relativi alle iscrizioni agli istituti superiori per il prossimo anno scolastico. Una débâcle clamorosa, che in realtà, per la scuola considerata da sempre d’élite, è iniziata da tempo e che in tanti si affannano a spiegare, come ad esempio il giornalista Massimo Gramellini che, sul Corriere della sera, si è così espresso: ”È vero, il classico non ti spiega ‘come’ funziona il mondo, ma ti abitua a chiederti ‘perché’. Ti aiuta a capire le cause delle cose, a scoprire il conformismo degli anticonformisti, a addestrare i sensi e la mente per poter apprezzare la bellezza in un tramonto o anche solo in una vetrina. Il classico è come una cyclette: mentre la usi, fai fatica e ti sembra che non porti da nessuna parte. Ma quando scendi, scopri che ti ha fornito i muscoli per andare ovunque”.
Quindi, il prossimo anno, nonostante gli appelli in favore del Liceo classico, ad affrontare il temibile aoristo e gli indimenticabili verbi deponenti, sarà soltanto il 5,8 % degli studenti di terza media.
Anche in Abruzzo il trend pare rispettare l’andamento nazionale: crollano Classico (-1,3%) e liceo Artistico (-0,6%), salgono i Linguistici (+0,6%) e Scienze umane (+1,1%), tengono a fatica le posizioni gli istituti tecnici ed economici (-0,75%).
Calano anche gli istituti professionali, mentre il Liceo scientifico sale leggermente. Insomma, una sorta di rivoluzione copernicana nella scelta degli indirizzi scolastici che ci dice che ormai la cultura classica, ahinoi, è diventata un orpello inutile e, soprattutto, scarsamente produttiva dal punto di vista economico.
Quasi scontato l’interesse invece per lo studio di più lingue, mentre appare da decifrare l’inclinazione per le Scienze umane, un indirizzo sicuramente più orientato sul classico che verso il moderno. Resta poi francamente poco comprensibile l’atteggiamento riservato agli istituti tecnologici ed economici, che sfornano professionalità sempre più richieste dal mondo del lavoro, ma che si affannano per mantenere le posizioni. Il futuro appartiene proprio a queste nuove professionalità tecnologiche, informatiche ed economiche e nei prossimi anni ci sarà una notevole richiesta di figure professionali specializzate in questi settori. Con buona pace, purtroppo, di Omero, Virgilio e Ovidio.
Certo, nel nostro Paese, culla della cultura classica, l’orientamento nella scelta della scuola di quest’anno non è un buon viatico per il Classico e l’Artistico: mancheranno i professori di Greco e Latino, gli archeologi, gli studiosi di storia dell’arte eccetera. E probabilmente dovremo cercare all’estero anche queste professionalità. Ma questa è già un’altra storia.