ROMA – È un fenomeno in crescita da due anni a questa parte. Stiamo parlando delle dimissioni dal lavoro, quello che gli americani chiamano “Great resignation“.
Secondo gli ultimi dati forniti dal ministero del Lavoro, sulla base delle dichiarazioni pervenute, sono oltre 1 milione 600mila le domande di dimissioni, il 22 per cento in più rispetto all’anno precedente. E il dato riguarda allo stesso modo uomini e donne.
Se tra le cause di cessazione di un rapporto di lavoro resta in prima posizione la scadenza dei contratti a termine, si registrano in aumento anche i licenziamenti dopo il blocco imposto dalla pandemia.
Se consideriamo il solo terzo trimestre 2022, quasi 181mila persone hanno lasciato il lavoro, con una crescita del 10,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Tra le varie ragioni, la difficoltà di conciliare la vita lavorativa con quella privata oppure di lasciare un lavoro dipendente per avviare un’attività in proprio in grado di gestire tempi e risorse personali in completa autonomia. O ancora perché la retribuzione non è commensurabile al tempo impiegato.