VASTO – È scomparso ieri Lucio Racano, di anni 70, anestesista – rianimatore dell’ospedale San Pio di Vasto, a causa di un brutto male che ha combattuto fino alla fine. Dolore e sconforto in città per una persona molto stimata. Pubblichiamo il ricordo della collega Maria Amato:
“Se dipingessi ora quali sarebbero i tuoi quadri? Ti dovrei chiedere come stai, ma mi pare niente rispetto al mondo che io so che hai nella testa e nel cuore. Mi mancano anche quei pochi minuti di chiacchiera o di silenzio o di ridere su quella panchina dissacrante. Sto andando a comprare i mandaranci e non sono riuscita a non scriverti. Ti voglio bene. Sei nella mia formazione di medico, nel mio confronto continuo con la coscienza e con l’etica, una della persone a cui devo di più e non mi pare di averti mai detto grazie. Grazie Lucio“.
“Il mio ultimo messaggio a Lucio, ieri. Oggi la sua morte. Nelle ultime settimane superando la sua barriera un po’ ruvida gli ho detto che gli volevo bene ma non gli avevo mai detto il grazie che gli dovevo. Lucio Racano è stato uno dei medici più bravi che io abbia conosciuto e con cui ho avuto la fortuna di lavorare, ne ammiravo la sicurezza dei gesti da rianimatore, l’intuito coltivato con lo studio e con l’ostinazione, avevo una specie di tranquillità sapendolo in turno all’elisoccorso come se un supereroe volasse sulle nostre teste. Aveva per la malattia, per i casi complicati la mia stessa curiosità, abbiamo condiviso tempo e ragionamenti su pazienti che non ci rassegnavamo a lasciare alla morte.
Mi ha insegnato il rispetto, l’attenzione, il diritto alla cura del morente, l’importanza della comunicazione con le famiglie, a non aver paura di dire verità feroci, purché fossi disposta a non fuggire di fronte al dolore.
Se le istituzioni che si occupano di salute lo avessero conosciuto come le famiglie dei tanti pazienti che ha seguito, lo sentirebbero come una bandiera per la sanità pubblica, per il diritto alla cura. Nel mio studio Lucio ha uno spazio importante, quello che continuerà ad avere nel mio cuore.
L’origano, meglio di qualsiasi attenzione, meglio di un bouquet, delle sue camminate nei boschi, mi raccontava il ritmo del respiro tra gli alberi, con gli alberi, il senso di libertà, la voglia di essere in pace. Il respiro che lo ha tradito oggi.
I suoi quadri, uomini senza espressione su fragili barche, il distacco dalla propria casa, lingua, storia, vita per chi scappa dalla miseria e dalla guerra, dipinti dopo una esperienza di medico in Paesi in guerra, il Kosovo, l’Afghanistan e il quadro che è appeso alle mie spalle, le case, senza porte e finestre, la durezza delle forme, l’angoscia del blu, dipinto mentre combatteva anni fa con un linfoma, aveva vinto ma il cancro ci ha riprovato di recente, consumandolo.
Lucio era ruvido solo in superficie, aveva una ironia graffiante e una risata trascinante. Non so se sono capace a lasciarlo andare. Un caro abbraccio alla sua famiglia, alla moglie Adriana, ai suoi figli di cui parlava col contagocce, come si fa per il bene più prezioso, a quelli che gli hanno voluto bene. Respira amico mio”.
Condoglianze alla famiglia dalla redazione di Zonalocale.
Persona squisita ed eccezionale!
Ciao Lucio! Mi mancherai! Mimmo
Sincerità, umanità ed umiltà,sono le qualità che la vita gli ha donato.Le quali sono sempre state messe al servizio altrui.Le orme del tuo passaggio lasciano il segno della tua educazione, sentite condoglianze a tutta la famiglia, Enzo e Maria,Masciotta.